In testa alla lista delle “perversioni” sessuali – termine oggi quasi completamente sostituito con “deviazioni” o “parafilie”, ma il concetto non cambia – troviamo il sadismo e il masochismo che per certi punti di vista si configurano come due perversioni, ma per certi altri aspetti sono considerati le due facce complementari di una stessa perversione.

Quasi tutti i sadici sessuali sembrano possedere la capacità di svolgere il ruolo del masochista; con minor frequenza il contrario.

I gradi di tendenza e di espressione sadomasochistica possono variare da semplici aspetti, simbolici e di linguaggio, a gradi gravi di violenza, percosse e aggressività sessuale che possono provocare, quasi sempre accidentalmente, anche la morte del partner.

Come si sa le perversioni sono molto più frequenti nel sesso maschile; ma il masochismo è diffuso abbastanza anche nel sesso femminile, specie se si considerano le fantasie preferite da numerose donne, anche se poi spesso non gradite se messe in pratica; tranne una abbastanza gradita e innocua se attuata in maniera soft, che è quella di farsi immobilizzare e bendare…

Altra perversione abbastanza comune è l’esibizionismo, che trova una certa complementarietà nel voyerismo; anche queste sono più frequenti nel sesso maschile.

Un’altra perversione è il feticismo, che può essere facilmente occultato e scoperto dal partner anche dopo anni di convivenza. Assai sovente le tendenze feticistiche si rivelano verso alcuni oggetti
(biancheria intima, scarpe, stivali), o verso parti del corpo (gambe, natiche, seno, capelli), e anche verso parti non strettamente sessuali (piedi).

Altre perversioni sono pedofilia (attrazione verso i bambini), zoofilia (deside­rio di congiungimento con animali), necrofilia (desiderio di congiungersi con i cadaveri), urolagnia e coprolagnia (desiderio o pia­cere di farsi urinare o defecare addosso).

La prossima volta tenterò di spiegare l’eziopatoge­nesi, cioè le cause delle perversioni.

Poi… un po’ d’aria pura: parlerò del legame tra sesso e amore.

Continuiamo con le perversioni o parafilie o varianti del comportamento sessuale. Parliamo di clubs privé, nati a Parigi intorno al 1970.

Ne esistono ormai a centinaia in Italia. Vi si attuano soprattutto gli “scambi di coppia”.

Oltre che da coppie, sono frequentati anche dal single (maschi) – entrata concessa a uno ogni 6-8 coppie presenti -: questi pagano un biglietto di entrata quasi dieci volte più alto di quel che paga
la coppia e ciò mi par giusto perchè non scambiano la loro donna con nessuno, ma cercano di fare sesso con la donna d’altri.

Il sesso, quando si fa, lo si fa in presenza di altre coppie, tutti molto vicini, anche se ci sono alcuni separé che fanno comunque abbondantemente vedere. Ci sono quindi, nel partecipanti, aspetti voyeristici, es1bizionistici e qualche radice, in alcuni, di bisessualità.

Le motivazioni addotte da chi frequenta tali locali sono: “… in quasi tutte le coppie esiste una voglia di trasgressione e di disobbedienza morale … c’è la monotonia del tran-tran quotidiano …arriva sempre il momento che porta il marito a cercare nuovi stimoli e la moglie a desiderare un corteggiamento e a volere una rassicurazione sul proprio fascino … Il tradire dà rimorsi e sensi di colpa e invece così ci sembra di non tradire … conosciamo anche altre coppie con i medesimi problemi … non è detto che obbligatoriamente si debba far sesso …”.

Il ventaglio di gusti di fantasie, di comportamenti sessuali umani è molto vario e diversificato. Dipende anche dai tempi, dalla cultura, dai valori espressi dalla società; ma dipende anche tanto
dalla personalità del singolo; per cui comprendersi come si è fatti e “permettersi” di trasgredire oppure no, è molto importante.

Per tornare allo scambio di coppie, se solo a pensarci si rabbrividisce, per pudore o per gelosia o per non entrare in contrasto con i nostri valori e principi, – o si pensa di farlo solo per mostrarsi
trasgressivi o disinibiti a tutti i costi – allora non va fatto, perché sicuramente disgusterebbe o farebbe odiare il partner che ha forzato la decisione.

Se Invece si decide di tradurre in pratica una fantasia eccitante per entrambi ciò potrebbe piacere; ma a volte anche no, perchè alcune fantasie sono eccitanti solo finché rimangono tali e non più quando vengono attuate.

La domanda di fondo è quanto si è portati e disposti a dividere nettamente sentimenti e sessualità; e se condividendo il partner con altri, poi ci si sente capaci di gestire gelosie e confronti.

La maggior parte delle donne, ancora ai giorni nostri, ha i sentimenti di fedeltà e di esclusività, di amore e di sesso, profondamente interconnessi; per cui difficilmente accettano di fare o
di continuare tali esperienze; se lo fanno è per non perdere il proprio uomo… che però, a mio giudizio, non nutre quel sentimento che si chiama Amore o perlomeno quello che ogni donna intende con tale termine.

Lo scambio di coppie, anche se non lo si vuole annoverare tra le perversioni, è puro sesso trasgressivo, e basta; e tale tipo di sessualità è più tipica, più gradita, più appagante, più ricercata, quindi, almeno fino a oggi, dall’uomo; ma i tempi cambiano, la deriva delle norme è rapida, le donne tendono ad assimilarsi in tutto agli uomini, per cui non ci sarebbe troppo da meravigliarsi se in un prossimo futuro anche tale differenza psico-sessuale venisse annullata.

Quasi continuando quanto ho scritto lunedì ultimo scorso sul sesso improprio, termine che non significa assolutamente nulla, cosa invece si deve intendere oggi per comportamento sessuale anomalo, o deviato, o perverso, o modernamente chiamato “parafilia”.

Freud, padre della psicoanalisi, nei primi del Novecento definiva perverso ogni comportamento sessuale che fosse focalizzato su regioni del corpo non genitali, oppure che si sostituisse ai normali rapporti eterosessuali e che tendesse a essere la pratica sessuale esclusiva di quell’individuo.

Ma negli ultimi venti trent’anni, “la deriva delle norme”, specie in materia sessuale, è stata molto, forse troppo rapida. Oggi non si considera più l’omosessualità una perversione, ma solo un’appartenenza a una minoranza sessuali (circa il 5%). Oggi la masturbazione o i rapporti orogenitali e anche anali sono comportamenti accettati come normali tra adulti consenzienti, sani di mente… e vaccinati. E anche alcuni aspetti di eros trasgressivo non sono più, dal sentir comune, giudicati perversi.

E allora, non si può proprio dir niente? Io penso che abbia ragione Robert Stoller, acuto analista contemporaneo. Egli definisce come la perversione come la “forma erotica dell’odio” volendo significare che è il vissuto di crudeltà, il desiderio più o meno cosciente di umiliare, di degradare, di sottomettere il partner sessuale; è inoltre l’incapacità di intimità del rapporto, il “nucleo essenziale” del comportamento perverso.

A livello puramente descrittivo, le perversioni più note e comuni sono: l’esibizionismo, il voyerismo, il sadismo, il masochismo, il feticismo, la pedofilia; ma ce ne sono tante altre, sebbene più rare.

Oggi, come già detto, il termine di “perversioni” è stato sostituito dal termine “parafilie”, per mitigarne il giudizio morale. lo, comunque, lascerei Il vecchio termine di “perversione” con tutto il suo Implicito giudizio negativo morale e sociale per alcuni comportamenti che configurino, tra l’altro, anche fatti-reato e che si riferiscono a situazioni nelle quali vengono coinvolti bambini o adulti non consenzienti o animali, ovviamente anch’essi non consenzienti.

da “Il Gazzettino” del 21/09/1998

Tra le tante telefonate ricevute, due lettrici mi hanno chiesto cosa volesse dire “sesso improprio” a proposito del caso Clinton.

Non avrei mai parlato del caso Clinton, che mi pare una banale e comune storia di tradimento coniugale di tipo esclusivamente sessuale. Forse Clinton avrebbe fatto bene a dire subito che era vero, ma che erano fatti suoi, della sua coscienza e casomai riguardavano i rapporti suoi con la sua famiglia; ma… “sa più un matto a casa sua che un savio a casa d’altri” ed avrà pensato che il popolo americano, che ha una forte radice puritana integralista – comunque poi piena di complessi ed ambiguità al proposito – difficilmente avrebbe apprezzato una simile coraggiosa e spregiudicata affermazione.

Ha scelto la linea difensiva del negare che, tra l’altro, in tali cose è sempre… da gentiluomini. Sbugiardato, ha tirato fuori che per la sua religione, battista, non è il rapporto orale un rapporto sessuale proprio, ma improprio e quindi egli non avrebbe detto bugie… difesa risibile… quanto l’accusa.

Cosa vuol dire, infatti, “sesso improprio” a proposito del sesso orale per quella religione che non conosco? Forse improprio a procreare; ma, ad esempio, per la religione Cristiana, il coito interrotto, il coito orale, il coito anale, non sono neanche concepibili perché inadatti a procreare e considerati solo fonte di insani piaceri per soddisfare bassi istinti.

E allora? E’ da dire questo: il sessuologo medico, cioè il medico esperto, per specifici studi e per lunga pratica clinica delle problematiche sessuali dell’uomo e della donna, deve essere il più possibile staccato da ideologie, da moralismi, da credo religiosi, perché tali aspetti tendono a fuorviare o ad incanalare concetti di normalità o deviazioni dalla norma, o malattie che invece, dal medico sessuologo, devono essere valutati secondo un criterio e con un metodo clinico e scientifico.

Leggevo, proprio in questi giorni, l’ennesima inchiesta sulla prostituzione, mestiere vecchio quanto il mondo. La prostituzione può essere trattata a vari livelli: etico-morale, religioso, sociologico, politico, ecc.

Io sono un medico sessuologo (sono anche psichiatra psicoterapeuta) e qui il mio settore è, da un punto di vista strettamente medico, parlare dei rischi di eventuali malattie sessualmente trasmissibili, e, da un punto di vista sessuologico, parlare dell’aspetto motivazionale e comportamentale, sia di chi offre (la prostituta), sia di chi acquista (il cliente).

Per limitare il campo alla prostituzione eterosessuale femminile, la prostituta può scegliere di fare questo mestiere per bisogno, perché non riesce a trovare un normale lavoro, specie in certi Paesi e contesti sociali; o per guadagnare moltissimo di più di quanto comporterebbe un normale lavoro (anche mille euro al giorno, contro mille euro al mese). Oppure, più raramente, perché
ridotta in schiavitù, costretta da un racket malavitoso, magari con l’aggravante, in questi tempi, dell’uso di droghe, fino alla tossicodipendenza.

Quasi mai lo fa per predisposizione fisiologica, nel senso di ipersessualità, con sfrenata voglia di sesso… anzi, il più delle volte la prostituta è fredda e non dà all’atto sessuale quella valenza affettiva e passionale che trasforma “l’atto sessuale” in un “rapporto sessuale”, in un “far l’amore”. Perlomeno con il cliente questo non succede. Forse succederà anche a lei, con il suo uomo, ma è da ipotizzare che, per il mestiere che fa, per come conosce gli uomini con i quali ha rapporti mercenari, le verrà difficile amare, con tutte connotazioni di stima e fiducia che l’amore comporta, e quindi riuscire a darsi totalmente col cuore, con la mente e col corpo.

Per ciò che riguarda i clienti, gli uomini che frequentano le prostitute, essi possono essere di varie connotazioni psicologiche. Possono essere degli uomini, anche giovani, normali, che occasionalmente, sporadicamente vogliono fare anche questa esperienza, oppure possono essere dei nevrotici, specie se clienti abituali, incapaci di intrattenere una relazione duratura con una donna. Possono essere degli ossessionati dal sesso, o con esigenze o gusti particolari. Possono essere uomini soli, con difetti fisici tali che difficilmente troverebbero una donna. Certo che qualsiasi uomo che va con una prostituta o è un illuso, un “grullo”, se non capisce che essa finge e recita; o, peggio, un uomo a cui non importa niente, a cui “non serve” – egli dice – che la
donna partecipi.

Ma è proprio, invece, questo l’aspetto più bello di un rapporto sessuale: il dare e il ricevere, entrambi, il piacere, per reciproca voglia, reciproco desiderio.

Se poi c’è anche l’Amore, questo è il massimo.

Numerose lettere di donne che vorrebbero una risposta dal medico sessuologo, dott. Mercuri sul fatto che sono entrate in menopausa ma si sentono ancora pienamente giovani anche dal lato sessuale e sono interessate ma perplesse ad intraprendere una terapia ormonale sostitutiva.

La menopausa non va più considerata come una sorta di destino da subire in modo passivo. La donna non può “sprecare”, accettando con rassegnazione questa fase della sua vita, con tutti i problemi annessi, un terzo della sua vita. Tale è, infatti, il periodo di tempo trascorso in menopausa, visto che ormai l’aspettativa di vita raggiunge i 75-80 anni. E’ necessario impostare un vero e proprio programma di tutela della salute, che comprenda non solo il controllo dei sintomi soggettivi presenti nel 35-40% delle donne, ma anche la prevenzione di quell’impennata di rischio, soprattutto cardiovascolare e a carico del sistema scheletrico, che si registra in menopausa.

Questo programma di tutela della salute della donna comprende la necessità di adottare un corretto stile di vita – con un’attenzione particolare alla dieta e all’attività fisica – e la possibilità di ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva.

Non tutto è ancora chiaro, in termini di inizio e durata del trattamento, di alternanza delle varie formulazioni estroprogestiniche, di disponibilità di parametri che consentano una migliore personalizzazione della terapia. Ma alcuni punti fermi ci sono: la terapia sostitutiva con estrogeni, alle dosi attuali e in sequenza o combinazione con i progestinici, soluzioni che hanno ridotto il rischio di tumori, previene e cura l’atrofia della cute e delle mucose, dimezza l’incidenza di fratture e riduce drasticamente, fino al 50% l’incidenza di infarto e di emorragie cerebrali.

Ma anche aldilà di tali inconfutabili conoscenze scientifiche, si deve capire che al giorno d’oggi, per fortuna si è passati da una medicina unicamente curativa di “malattie”, ad una medicina curativa anche della qualità della vita – che a mio giudizio è più importante della semplice durata della stessa -.

Perciò ben vengano i rimedi che possono non dico prolungare la giovinezza, ma dar vita agli anni e non soltanto dare anni alla vita.

Ben vengano e si sviluppino sempre più alcuni campi medici relativamente moderni, quali la chirurgia estetica, la sessuologia, le varie forme di psicoterapie; non con questo si faciliterà una società edonistica ed egoista; anzi sono convinto che chi sta meglio con se stesso, chi è più contento e più felice, sia più tollerante e buono anche con gli altri.

da “Il Gazzettino” del 11/06/1998

“Par condicio”: se ne parlava in continuazione, circa due anni fa. Poi il silenzio.

Che se ne ritorni a parlare – speriamo non troppo e non a sproposito – per merito o colpa del “Viagra per signore”? Si sta sperimentando il Viagra (o simili) anche sulle donne e pare che funzioni. Sarebbe una pari opportunità terapeutica, a chi serve, per curarsi una carenza o un disturbo, che non si può non condividere.

Il tema dei farmaci che aiutano la sessualità femminile potrebbe senz’altro scatenare fantasmi; e discorsi infiniti ammantati di morale che potrebbero invece avere una motivazione profonda di paura… di perdere. Ma di perdere cosa? E chi potrebbe avere questa paura? Molti uomini potrebbero pensare: abbiamo appena riconquistato (dal Viagra) la sicurezza sessuale, minata dall’emancipazione femminile ed ecco che adesso anche alle donne si dà la possibilità di “far scintille ” a letto… riperdiamo la sicurezza.

Ma a questo punto si devono fare alcune considerazioni. La prima è che, chi è sicuro di sé non gradisce, non gli serve che l’altro sia insicuro, carente… anzi, tutt’altro… e poi farà meno fatica , sarà più rilassato. Inoltre io credo che le donne non si scateneranno, non andranno “matte per il Viagra “, come è successo a molti uomini.

Io credo che, ancora oggi, molte donne siano condizionate a non dare molto valore al sesso. Esse si reputano appagate se pensano di essere amate, e di fare stare bene il loro uomo. C’è una lontana radice biologica in tale psicologia femminile; ma io credo di più a secoli di condizionamento sociale.

Ma oggi la donna lavora per lo più fuori casa, guadagna, è importante socialmente quanto l’uomo. Anche per la donna casalinga, che lavora in casa cioè, è cambiato il modo ed il tipo di lavoro, di condurre la casa, l’impegno nell’educare i figli. Se è intelligente, se ama la cultura, se non è “casalinga frustrata”, sa tenere anche i rapporti adeguati familiari e sociali; è quindi anch’essa cambiata e
considerata importante alla pari delle altre.

Ed è allora giusto, è arrivato il momento, che la donna si scrolli da dosso il concetto che serietà fosse quasi sinonimo di castità o peggio di disinteresse sessuale e frigidità.

Ben venga anche per lei un aiuto se le serve, se ha problemi sessuali, se è un medico esperto in tali problemi e disturbi a reputare opportuno prescrivere un farmaco che le migliori la qualità della vita; com’è per gli uomini, con pari opportunità terapeutiche e “par condicio” effettiva, eticamente giusta.

da “Il Gazzettino” del 08/06/1998

Sono moltissimi i lettori che vogliono saperne di più sull’uso del Viagra. Abbiamo più volte trattato l’argomento, ma restano ancora alcuni punti che meritano di essere chiariti, come la sua efficacia in pazienti che non hanno veri e propri problemi di erezione. Per il medico-sessuologo usare il Viagra in certi momenti è inutile.

Amore, sesso, Viagra e dintorni.

Su amore e sesso si è detto e scritto tantissimo, da sempre.

Anche sul Viagra, da due mesi. Si è scritto e detto a proposito e a sproposito, come per tutte le cose alle quali la maggioranza delle persone attribuisce grande importanza.

Amore e sesso, a volte vanno insieme: ed è il massimo.

A volte ci può essere amore senza sesso (pare sia più delle donne e delle persone molto buone) e a volte c’è sesso senza amore (pare sia più frequente negli uomini).

Il Viagra a cosa e a chi serve? Non certo all’Amore, nel senso di farlo nascere o rinascere. Non certo a chi funziona già sessualmente, perché, non potenzia le prestazioni, ma addirittura
la sua assunzione inutile potrebbe provocare una dipendenza psicologica dal farmaco.

Ipotizziamo adesso una coppia che si ama nel senso che si rispetta, sta bene insieme, ma non fa sesso, o per una libera e reciproca scelta di castità, o per assenza di desiderio sessuale di uno o di entrambi: bene, anche in questo caso il Viagra non serve: ci potrebbe essere alla base un modo di concepire l’unione, ci potrebbe essere una depressione, ci potrebbero essere disturbi ormonali, malattie debilitanti, grossi dispiaceri e stress.

E se invece il desiderio ci fosse, ma il sesso non rispondesse, purtuttavia?

In questo caso li medico, esperto in problemi e patologie sessuali, e solo lui, dopo aver fatto i doverosi accertamenti clinici, può dare questo farmaco che potrebbe ridare completezza anche sessuale alla coppia. Il medico darà in questo caso un farmaco utile, e sarà, come deve essere sempre un medico, anche eticamente corretto.

Speriamo quindi che per questi casi, che sono numerosi, al più presto questo farmaco si possa prescrivere anche in Italia.

Sempre più numerose le richieste di aiuto “per funzionare” (caduta del desiderio e disturbi erettivi) o “per funzionare meglio” (per lo più disturbi dell’eiaculazione nell’uomo e anorgasmia nella donna). E non è vero che tali richieste vengono soprattutto da anziani, tutt’altro; sono molte le richieste dei giovani, per lo più da cause psicologiche o da inesperienza.

Parlando di persone in età, sono per la maggioranza uomini che accusano difficoltà erettive.

L’età: c’è una “età anagrafica” che è un incidente burocratico; c’è una “età biologica” che dipende dal patrimonio genetico trasmesso dai genitori ma anche da come noi stessi riusciamo ad evitare di rovinarci la salute con abusi soprattutto di tabacco, alcool, farmaci inutili, eccesso di cibo, vita esclusivamente sedentaria. C’è poi una “età psichica”, che può essere “giovane” a qualsiasi età;
intendendosi come tale quella con caratteristiche di curiosità, di entusiasmo, di coraggio, ottimismo, e gioia di vivere.

Anche quest’ultima età è legata al biologico ma dipende molto anche da noi, da come ci poniamo di fronte alla vita, a noi stessi, agli altri.

Il sesso è soprattutto legato a queste due ultime età; per quasi tutte le manifestazioni della vita – ed il sesso fa parte di queste – si può anche essere vecchi a trent’anni e giovani a settanta.

da “Il Gazzettino” del 25/05/1998

Vorrei avere qualche informazione sulla pillola del sesso di cui adesso tanto si parla. E’ in vendita anche in Italia, oppure, quando lo sarà? Può provocare dei problemi alla salute?

La “pillola del sesso” Sildenafil (nome chimico) della Pfizer (casa farmaceutica), da circa un mese in vendita negli Stati Uniti d’America, dopo otto anni di studi e sperimentazioni su migliaia di persone e con l’approvazione della F.D.A. (Food and Drug Administration).

In Italia sarà in vendita nelle farmacie per la fine dell’anno; ma, sotto la personale responsabilità di un medico esperto di disfunzioni sessuali e con il “consenso informato” del paziente, il farmaco può già essere usato anche da noi; c’è una certa difficoltà a procurarselo ed il prezzo è elevato.

Però sembra proprio che funzioni in molti casi di disturbo erettivo dell’uomo; e può essere usato anche, in alcuni casi, nella donna (carenza di eccitazione); questo aspetto sulla donna è ancora in via di sperimentazione. Il meccanismo d’azione di questo farmaco è abbastanza fisiologico, cioè favorisce i meccanismi normali dell’eccitamento, che nell’uomo si esprime con l’erezione del membro, e nella donna con la lubrificazione vaginale e la tumescenza dei corpi cavernosi del clitoride.

Più in particolare da un punto di vista biochimico il Sildenafil è una sostanza che inibisce un enzima (5-fosfodiesterasi) deputato alla inattivazione dell’ossido di azoto (NO). Il meccanismo fisiologico dell’elezione implica il rilascio e l’azione dell’ossido nitrico nei corpi cavernosi del pene durante la stimolazione sessuale. Il Sildenafil aiuta questo meccanismo d’azione.

Il Viagra non serve a chi non ne ha bisogno; non trasforma gli uomini in Superman; ripristina soltanto, in un buon numero di casi, specie non gravi, la normale funzione sessuale in chi l’ha persa a causa di disturbi fisici (circolatori, dismetabolici, ecc.) o psicologici (stress, ansia da prestazione, ecc.). I casi più seri, più gravi, avranno ancora bisogno, invece, della iniezione intracavernosa (sul membro) la prostaglandina, o di altri presidi terapeutici.

Alcune altre notizie sul Sildenafil: non è efficace se manca la stimolazione sessuale o l’interesse sessuale. Questo aspetto è molto gradito alla partner; mi spiego: prima del Viagra, per l’erezione il farmaco era la prostaglandina, per iniezioni sul membro; dopo pochi minuti, anche senza interesse per quella determinata donna, anche senza coinvolgimento emotivo e sessuale, il membro si erige comunque; la donna si può sentire giustamente un oggetto o una donna qualsiasi e questo la può far sentire umiliata.

Col Viagra invece nulla succede se l’uomo non ha interesse per quella donna o non ha desiderio sessuale, se è indifferente. Questo è un meccanismo d’azione più umano, più etico.

Il Viagra viene rapidamente assorbito dopo circa mezz’ora dall’assunzione per via orale e la massima concentrazione nel sangue si ha dopo sessanta minuti circa; viene metabolizzato da fegato; dopo un pasto grasso l’assorbimento è ridotto; la confezione è da 25/50/100 mg. – trenta pastiglie per flacone; sono piccole pastiglie azzurre a forma romboidale.

Controindicazioni: malattie cardiache e terapie a base di nitrati (cerotti alla nitroglicerina che si usano per l’angina pectoris) e malattie della retina.

Precauzioni generali: nei soggetti predisposti al priapismo (erezione lunga, dolorosa e prolungata del membro). Non usare in concomitanza con altri farmaci erettogeni. Non somministrarlo a donne in gravidanza né durante il periodo dell’allattamento; tra l’altro, nella donna, il viagra ancora non si può prescrivere perchè è ancora in fase di sperimentazione.

Tra i possibili effetti collaterali, non frequenti, può esserci una modesta cefalea passeggera; un modesto abbassamento della pressione; qualche arrossamento cutaneo; modesti disturbi gastro-intestinali e transitori disturbi visivi (tipo sensibilità aumentata alla luce e visione un po’ colorata).

Prudente iniziare con la dose da 25 mg. per arrivare, se nel caso, a 100 mg. Per la maggior parte dei casi la dose si attesta sui 50 mg. Mai più di una compressa al giorno da prendere un’ora prima, circa, del rapporto sessuale, prudenzialmente non più di una- due volte alla settimana; necessari, prima di assumere il Viagra visita specialistica sessuologica ed alcuni esami.

Durante l’assunzione sono necessari controlli da parte del medico sessuologo, anche per evitare dipendenza psicologica.