Da “Il Gazzettino” del 13/11/1999

Avevo accennato, due settimane fa, al fenomeno emergente dei “gigolò”, o accompagnatori per donne sole.

Avevo anche detto delle differenze, a mio parere, tra la prostituzione femminile, antica quanto il mondo, e questa forma di prostituzione, i gigolò appunto, a cui accedono le donne.

Leggo ieri, sulla stampa locale di un sondaggio e di un programma in TV, andato in onda appunto ieri sera.

I sondaggi, per essere probanti devono essere fatti su un campione numeroso e variegato; in questo caso si trattava di 300 persone tra uomini e donne, Veneti, di età compresa tra i 18 e i 55 anni.

Nel corso del programma televisivo si è evidenziato che la stragrande maggioranza delle donne venete è contraria al sesso a pagamento per ragioni soprattutto morali e sanitarie. Una minoranza di donne lo accetterebbe e lo farebbe soprattutto per curiosità o per spirito d’avventura.

Il giudizio che danno le donne che non lo farebbero mai, su quelle che lo hanno fatto è soprattutto di compassione, commentando: “Poveretta, lo fa per solitudine”.

E’ emerso insomma quanto io stesso ipotizzavo nel mio articolo: è un fenomeno limitato percentualmente e vissuto dalla donna che lo agisce o da quella che giudica chi lo agisce, più come bisogno di compagnia, di tenerezza, di affetto, sebbene a pagamento, che come una pulsione, un bisogno, un istinto che va placato, come invece è, nella maggior parte dei casi, per l’uomo che va a prostitute. E’ da dire che l’uomo è da più tempo abituato al “potere” e quindi non si sente in colpa ad “acquistare” anche una donna per farci sesso. Ed anche la maggior parte degli uomini giudicano non in maniera compassionevole o fortemente disdicevole l’uomo che “si paga” una donna, specie se ciò non è fatto con il fermarsi per strada con una prostituta, ma viene fatto con modalità più eleganti e più dispendiose, tipo il passare una serata o una nottata con una “accompagnatrice” che poi, in sostanza, è la stessa cosa di un “gigolò” per donne.

Comunque, per ritornare alle donne, al di là di una maggioranza di queste che non andrebbero con i gigolò e che hanno “compassione” per chi ci va, indubbiamente il fenomeno è in crescita. Anche i locali dove bei “fusti” si spogliano, sono affollati da donne, anche giovani che si esaltano allo spettacolo. Molto di questo entusiasmo sarà anche “culturale”, nel senso di voler dimostrare… “perché solo l’uomo può andar a vedere gli spogliarelli femminili e non noi quelli maschili…”, ma indubbiamente c’è oggi un minore e comunque non obbligatorio coinvolgimento affettivo-amoroso della donna all’espletamento della sua sessualità; nel senso che, un tempo, diciamo fino a una trentina di anni fa, per la donna era quasi impensabile il poter far sesso con uno sconosciuto e per giunta pagandolo, mentre oggi non è più eccezionale tale pensiero e, sebbene ancora per una minoranza, l’agire tale trasgressione.

Da “Il Gazzettino” del 05/11/1999

Le telefonate al Servizio del Gazzettino “Il Medico Sessuologo risponde” sono sempre molto numerose e le domande sono perlopiù, da parte degli uomini sulla durata del rapporto o sui deficit erettivi, o sulle misure del pene e, da parte delle donne sulla difficoltà dell’orgasmo o sulla poca o, a volte assente, “voglia”.

Ho già parlato nella mia Rubrica di tutti questi argomenti, ma vorrei oggi riassumere un po’ su questi problemi.

L’eiaculazione precoce è il più frequente disturbo maschile. Ne soffre un buon 30% degli uomini. E’, per fortuna, un disturbo abbastanza curabile. Si usa, specie all’inizio, qualche farmaco; sempre assieme ad una psicoterapia sessuologica per l’ansia da prestazione che è la paura di “venire troppo presto” e per un modo poco rilassato e poco sicuro nello svolgimento del rapporto sessuale.

Sono inoltre importanti anche gli “esercizi” sessuologici, cioè i “compiti” da… svolgere a casa.

Per i disturbi erettivi esistono, oggi, dei farmaci efficaci; utili quasi sempre, anche in tali disturbi, sedute di psicoterapia sessuologica.

Anche per la donna con difficoltà al raggiungimento dell’orgasmo, ci sono alcuni farmaci: a volte possono servire modestissime dosi di ormoni sessuali maschili (testosterone) e femminili (estrogeni); a volte può servire il sildenafil (Viagra) o l’ossitocina per spray nasale. Queste ultime due classi di farmaci, in Italia, sono ancora in fase sperimentale, ma specie per il sildenafil con buone prospettive terapeutiche.

Ma il più delle volte, per la donna, sia per ottenerne l’orgasmo che per stimolarne la “voglia”, i fattori sono psichici: è la fantasia che va stimolata. Esistono, per aiutare la fantasia, anche dei “sussidi sessuali”: oggettistica particolare, videocassette, letture, tipi di abbigliamento, tutte cose che si possono acquistare in negozi specializzati o per corrispondenza. Ma tale “oggettistica”, per essere efficace, deve essere usata solo con il partner che piaccia e con il quale si crei un clima assieme eccitante, giocoso, e con una buona dose di umorismo.

Da “Il Gazzettino” del 22/10/1999

L’ultima volta ho parlato di due casi (uomini) che avevano difficoltà sessuali quando c’era in loro un coinvolgimento affettivo, mentre funzionavano bene quando questo non c’era.

Una lettrice del Gazzettino mi telefona per dirmi: “Ma come siamo diverse noi donne! Per funzionare sessualmente dobbiamo avere il coinvolgimento affettivo, sempre.”

Le do istintivamente ragione: uomini e donne sono diversi in quasi tutto e quindi anche nell’accendersi del desidero sessuale e nell’espressione della sessualità. Ma, finita la telefonata, mi domando quanti anni poteva avere la signora e mi vengono in mente, al proposito, alcuni aspetti, alcuni moderni mutamenti.

Le donne, oggi, lavorano quasi tutte fuori casa. Molte di loro, se appena possono, vanno a vivere fuori della casa dei genitori, per conto proprio, più ancora dei maschi. La stragrande maggioranza di queste giovani donne, se hanno un partner, o fidanzato che dir si voglia, hanno con questo rapporti sessuali e molte, se non sono problematiche o nevrotiche, per evitare gravidanze indesiderate, tranquillamente prendono la pillola anticoncezionale (dopo aver fatto alcuni esami per escluderne le rare controindicazioni).

Tutte queste cose insieme hanno contribuito a cambiare radicalmente i costumi sessuali femminili, avvicinandoli a quelli degli uomini. E mi vengono in mente alcuni comportamenti voyeuristici-esibizionistici trasgressivi al massimo, tipo lo “scambio delle coppie” dove non sempre esiste una iniziativa maschile o peggio una forzatura psicologica sulla “povera donna vittima”, anche se, percentualmente parlando, è più l’uomo che propone tali trasgressioni.

Come anche il fenomeno dei “gigolò” o “accompagnatori per signora”. Non solo sulle riviste specializzate, ma anche sui principali quotidiani, questi annunci sono ormai numerosi, anche se percentualmente meno delle “massaggiatrici” o “cartomanti” o”fotomodelle”. Resta una differenza negli “annunci”: il gigolò” si dichiara colto, sensibile, educato, disponibile, divertente, mentre le… “fotomodelle” o simili danno le loro credenziali con “supermaggiorata”, “5°misura”, “giovanissima”, “calda”, “senza tabù”.

Forse è ancora vero che, anche nel sesso a pagamento, le donne sono più attente e ricercano di più gli aspetti psicologici di fascino e di delicatezza nei modi, mentre l’uomo è più attratto dalla vista e da certe… misure; ma non vorrei, pensandoci troppo, arrivare alla convinzione che siano diverse solo le parole degli “annunci” e che anche le donne oggi facciano sull’uomo identiche valutazioni, usando lo stesso… metro.