Da “Il Gazzettino” del 15/12/2000

Riporto, nei punti salienti, una telefonata fattami da un giovane lettore tramite il Servizio del Gazzettino “il medico risponde”.

“…Dottore, non so cosa fare…, ma quando indosso il preservativo, e la mia ragazza me lo impone, mi va giù l’erezione ed io prima mi avvilisco, poi mi arrabbio… anche la mia ragazza si avvilisce e pensa che è colpa sua… ma lei senza preservativo non vuol fare l’amore perché ha paura sia delle malattie sia di rimanere incinta… insomma la relazione è in crisi… temo che possa finire per questo problema… c’è un rimedio?…”.

Ho cercato di tranquillizzare il giovane dicendogli che col tempo si abituerà.

Gli ho anche detto che non è obbligatorio far sesso, che specie all’inizio di un rapporto è meglio privilegiare l’aspetto relazionale-affettivo, ma a tale proposito mi ha risposto che la relazione dura da qualche mese, che si vogliono bene, ma che…

“pur essendo entrambi cattolici ed abbastanza praticanti non ce la facciamo a rimanere casti… anche i nostri amici dopo un po’ di tempo hanno rapporti sessuali, se non hanno problemi…”.

La telefonata offre tanti spunti interessanti e per questo reputo interessante parlarne in questa Rubrica.

Il dato di fatto sociale, del costume, di cosa fa la maggioranza, è quasi considerato un obbligo. Sicuramente ciò non è giusto e sicuramente poi non mi compete dare giudizi di costume o di morale. Oddio, come uomo potrò anche dire come la penso, ma in veste di Medico-sessuologo devo rispondere alla richiesta.

Dunque: è abbastanza frequente un calo di erezione al momento dell’indossare il preservativo e questo accade perché si interrompe un processo di coinvolgimento psicofisico. Ma se la passione e l’attrazione sono forti, se c’è intimità e complicità, se non si è afflitti da ansia da prestazione, se ci si impratichisce in tale pratica, se si sottovalutano gli eventuali insuccessi, se ci si ride anche sopra, tutto dovrebbe sistemarsi col tempo e con la confidenza.

Oggi c’è il terrore di malattie sessuali, si pensa sempre all’AIDS; ma se il rapporto dura da tempo e c’è fiducia di fedeltà reciproca, si può anche stare tranquilli.

Come metodo anticoncezionale il migliore e il più sicuro è, fino ad oggi, “la pillola anticoncezionale”. Ma la donna deve essere convinta, deve accettarla lei, senza forzature. Inoltre è necessario fare alcuni esami medici prima di cominciare ad assumerla; può darsi che alcune “pillole” più di altre diano qualche effetto collaterale è quindi può dovere essere cambiato il tipo di pillola.

Questa, comunque, se sopportata bene, oltre ad essere il più sicuro sistema anticoncezionale, al 100% se usata correttamente, è anche il metodo che dà la migliore possibilità di esprimersi sessualmente.

Da “Il Gazzettino” del 02/12/2000

Rispondo ad una lettera di una signora di 38 anni pervenutami tramite Il Gazzettino alcune settimane addietro.

“Caro dottor Mercuri, gradirei mi spiegasse se i miei problemi sessuali… siano intanto diagnosticabili come “disturbi” ed in questo caso se siano “guaribili”… In sostanza io avuto tre storie importanti e complete, ma tranne che con uno con cui mi trovavo benissimo dal lato sessuale ma poi è finita… perché doveva finire, con gli altri due, di cui l’attuale mio marito, a volte mi piace far l’amore, a volte mi piace poco, cioè non raggiungo l’orgasmo, ma il più delle volte del sesso farei volentieri a meno.”

Cara Signora, la sua lettera è interessante ma troppo generica nel senso che dovrei conoscere molto più di lei, degli uomini con i quali ha avuto le “storie importanti”. Ma dovrei sapere anche se ha avuto storie non importanti, e se intende per importanti solo quelle complete di sesso e amore. Se così fosse, e così sarebbe giusto che fosse, dovrei sapere perché la sua storia importante è “dovuta” finire. Dovrei sapere se lei ha lottato abbastanza perché non finisse e se anche per lui era una storia importante e completa nel senso suddetto.

Comunque è premessa indispensabile analizzare tutti questi aspetti per capire se la sua mancanza attuale di voglia, di passione, e la sua difficoltà di orgasmo, siano disturbi soltanto suoi o della relazione attuale.

In linea generale e molto sinteticamente, posso dirLe che le disfunzioni sessuali femminili sono tre: la “disfunzione sessuale generale”, la “disfunzione orgasmica” ed il “vaginismo” nei suoi vari gradi.

Escludendo quest’ultima che lei non ha, il primo disturbo consiste nella donna che prova raramente desiderio di sesso e che non reagisce alla stimolazione sessuale né psicologicamente con sensazioni erotiche, né fisicamente con la lubrificazione e con l’inturgidimento degli organi sessuali.

Il secondo disturbo, la disfunzione orgasmica, è invece la difficoltà ad arrivare all’orgasmo. Entrambi questi disturbi sono curabili con buoni esiti con le moderne terapie sessuali di cui ho spesso parlato e sulle quali ritornerò a parlare.

Comunque, per la buona riuscita della cura della “disfunzione sessuale generale” è premessa quasi indispensabile la buona qualità della relazione col partner.

Per la “disfunzione orgasmica”, oltre quanto sopra detto, è necessaria anche una stimolazione sessuale intensa e sufficientemente prolungata in una situazione rassicurante ed erotica nel contempo.

Da “Il Gazzettino” del 24/11/2000

La settimana scorsa in questa Rubrica ho scritto sull’orgasmo femminile e sul fatto che molte donne hanno difficoltà a raggiungerlo e che molte di queste lo “fingono”.

Una ragazza per telefono, la sera stessa, al Servizio “Il Medico sessuologo risponde”, mi dice che condivide pienamente il cercare di curare questo disturbo, ma pone l’accento sulle difficoltà di reperire medici esperti in tale settore…

“Al mio ginecologo non glielo ho mai detto per vergogna… Ho cambiato e sono andata da una ginecologa che mi ha detto che sono normale e mi ha suggerito una psicologa… sto andando una volta alla settimana da circa un anno ma mi sembra di non avere più solo quel problema ma tanti altri che non sapevo nemmeno di avere…”

Lasciamo, per oggi, perdere ogni commento a quanto sopra. Dico solo che ciò è purtroppo la regola perché è rara una “formazione” medico-sessuologica ed è carente se non addirittura osteggiata una “informazione” medico-sessuologica.

E’ un argomento a me particolarmente caro del quale ho già provveduto, e continuerò ad insistere, a sensibilizzare le Autorità sanitarie preposte non solo alla cura delle malattie ma anche al miglioramento della qualità della vita.

L’altro punto che ha toccato la ragazza, evidentemente intelligente, è stato questo:

“…noi donne fingiamo l’orgasmo per non offendere voi uomini…”.

Ed anche questa è una verità sacrosanta: l’uomo ha ancora oggi l’ossessione di non essere abbastanza virile o, il che è la stessa cosa, il mito di esserlo sempre e con tutte le donne. Egli, sotto – sotto , pensa che se la donna non raggiunge l’orgasmo è colpa sua, di lui; o che a quella donna lui non piaccia sessualmente abbastanza. Egli si sente quindi frustrato; se la donna gli vuole bene veramente e se capisce questa realtà maschile essa tenderà a fingere.

Un altro motivo di fingere, meno altruistico, può essere la paura di essere abbandonata dall’uomo che ama o di essere considerata “frigida”.

Ho detto tante volte che l’anorgasmia della donna a volte può essere effettivamente “colpa dell’uomo”, soprattutto se egli non fa i dovuti “preliminari” o se soffre di “eiaculazione precoce”. Ma altre volte è un disturbo proprio di lei che va curato e non coperto dalla finzione.