Nel tentativo di spiegare la possibile origine e lo sviluppo di condizioni di anormalità sessuale, che poco importa se vengono definite col termine di deviazioni o perversioni, si ha la naturale tendenza a volere dare una connotazione ereditaria-costituzionale.

Ma diversi studiosi di sessuologia non credono alla teoria costituzionalista e fanno risalire l’anormalità a possibili esperienze che avrebbero un ruolo di condizionamento verso una condotta sessuale deviata. Si può ipotizzare che l’individuo si sia trovato in una condizione di “crisi”, durante lo sviluppo, tale da averlo fatto deviare da un iter normale. La crisi, inserita in un momento di
grande vulnerabilità esistenziale, avrebbe determinato una “cicatrice psicoemotiva” tale da non poter più permettere al soggetto un comportamento normale.

Tra le teorie al proposito: la teoria psicoanalitica afferma che la perversione, ad un dato momento dell’esistenza umana, è una condizione praticamente fisiologica, normale: il bambino viene definito un “perverso polilmorfo”; egli avrebbe, cioè, una potenzialità perversa plurima, un insieme di tendenze erotiche che la psicoanalisi definisce come “Sessualità pregenitale” che poi gradualmente, con la maturità dovrebbe convergere in una “Sessualità genitale” coordinata, coerente e finalizzata ad un comportamento sessuale normale. Il perverso non sarebbe che un immaturo sessuale che è stato incapace, per essergli successo un “qualcosa”, di superare il polimorfismo sessuale infantile.

Da tale teoria eziopatogenitica, la terapia adatta dovrebbe essere quella psicoanalitica-psicodinamica, del profondo.

Un’altra teoria è quella “sistemica” che cerca di spiegare l’origine delle perversioni attraverso una visione che oltrepassa il singolo individuo e che concepisce che è l’intera famiglia ad essere fondata su legami perversi, sebbene questi non appaiano tali di primo acchito. La terza teoria è quella cosiddetta dell'”apprendimento”; secondo quest’ottica le perversioni sarebbero state
apprese dall’individuo che ne è affetto senza che questi se ne sia reso conto, attraverso l’influenza di meccanismi di condizionamento ambientale.

In testa alla lista delle “perversioni” sessuali – termine oggi quasi completamente sostituito con “deviazioni” o “parafilie”, ma il concetto non cambia – troviamo il sadismo e il masochismo che per certi punti di vista si configurano come due perversioni, ma per certi altri aspetti sono considerati le due facce complementari di una stessa perversione.

Quasi tutti i sadici sessuali sembrano possedere la capacità di svolgere il ruolo del masochista; con minor frequenza il contrario.

I gradi di tendenza e di espressione sadomasochistica possono variare da semplici aspetti, simbolici e di linguaggio, a gradi gravi di violenza, percosse e aggressività sessuale che possono provocare, quasi sempre accidentalmente, anche la morte del partner.

Come si sa le perversioni sono molto più frequenti nel sesso maschile; ma il masochismo è diffuso abbastanza anche nel sesso femminile, specie se si considerano le fantasie preferite da numerose donne, anche se poi spesso non gradite se messe in pratica; tranne una abbastanza gradita e innocua se attuata in maniera soft, che è quella di farsi immobilizzare e bendare…

Altra perversione abbastanza comune è l’esibizionismo, che trova una certa complementarietà nel voyerismo; anche queste sono più frequenti nel sesso maschile.

Un’altra perversione è il feticismo, che può essere facilmente occultato e scoperto dal partner anche dopo anni di convivenza. Assai sovente le tendenze feticistiche si rivelano verso alcuni oggetti
(biancheria intima, scarpe, stivali), o verso parti del corpo (gambe, natiche, seno, capelli), e anche verso parti non strettamente sessuali (piedi).

Altre perversioni sono pedofilia (attrazione verso i bambini), zoofilia (deside­rio di congiungimento con animali), necrofilia (desiderio di congiungersi con i cadaveri), urolagnia e coprolagnia (desiderio o pia­cere di farsi urinare o defecare addosso).

La prossima volta tenterò di spiegare l’eziopatoge­nesi, cioè le cause delle perversioni.

Poi… un po’ d’aria pura: parlerò del legame tra sesso e amore.

Continuiamo con le perversioni o parafilie o varianti del comportamento sessuale. Parliamo di clubs privé, nati a Parigi intorno al 1970.

Ne esistono ormai a centinaia in Italia. Vi si attuano soprattutto gli “scambi di coppia”.

Oltre che da coppie, sono frequentati anche dal single (maschi) – entrata concessa a uno ogni 6-8 coppie presenti -: questi pagano un biglietto di entrata quasi dieci volte più alto di quel che paga
la coppia e ciò mi par giusto perchè non scambiano la loro donna con nessuno, ma cercano di fare sesso con la donna d’altri.

Il sesso, quando si fa, lo si fa in presenza di altre coppie, tutti molto vicini, anche se ci sono alcuni separé che fanno comunque abbondantemente vedere. Ci sono quindi, nel partecipanti, aspetti voyeristici, es1bizionistici e qualche radice, in alcuni, di bisessualità.

Le motivazioni addotte da chi frequenta tali locali sono: “… in quasi tutte le coppie esiste una voglia di trasgressione e di disobbedienza morale … c’è la monotonia del tran-tran quotidiano …arriva sempre il momento che porta il marito a cercare nuovi stimoli e la moglie a desiderare un corteggiamento e a volere una rassicurazione sul proprio fascino … Il tradire dà rimorsi e sensi di colpa e invece così ci sembra di non tradire … conosciamo anche altre coppie con i medesimi problemi … non è detto che obbligatoriamente si debba far sesso …”.

Il ventaglio di gusti di fantasie, di comportamenti sessuali umani è molto vario e diversificato. Dipende anche dai tempi, dalla cultura, dai valori espressi dalla società; ma dipende anche tanto
dalla personalità del singolo; per cui comprendersi come si è fatti e “permettersi” di trasgredire oppure no, è molto importante.

Per tornare allo scambio di coppie, se solo a pensarci si rabbrividisce, per pudore o per gelosia o per non entrare in contrasto con i nostri valori e principi, – o si pensa di farlo solo per mostrarsi
trasgressivi o disinibiti a tutti i costi – allora non va fatto, perché sicuramente disgusterebbe o farebbe odiare il partner che ha forzato la decisione.

Se Invece si decide di tradurre in pratica una fantasia eccitante per entrambi ciò potrebbe piacere; ma a volte anche no, perchè alcune fantasie sono eccitanti solo finché rimangono tali e non più quando vengono attuate.

La domanda di fondo è quanto si è portati e disposti a dividere nettamente sentimenti e sessualità; e se condividendo il partner con altri, poi ci si sente capaci di gestire gelosie e confronti.

La maggior parte delle donne, ancora ai giorni nostri, ha i sentimenti di fedeltà e di esclusività, di amore e di sesso, profondamente interconnessi; per cui difficilmente accettano di fare o
di continuare tali esperienze; se lo fanno è per non perdere il proprio uomo… che però, a mio giudizio, non nutre quel sentimento che si chiama Amore o perlomeno quello che ogni donna intende con tale termine.

Lo scambio di coppie, anche se non lo si vuole annoverare tra le perversioni, è puro sesso trasgressivo, e basta; e tale tipo di sessualità è più tipica, più gradita, più appagante, più ricercata, quindi, almeno fino a oggi, dall’uomo; ma i tempi cambiano, la deriva delle norme è rapida, le donne tendono ad assimilarsi in tutto agli uomini, per cui non ci sarebbe troppo da meravigliarsi se in un prossimo futuro anche tale differenza psico-sessuale venisse annullata.

Quasi continuando quanto ho scritto lunedì ultimo scorso sul sesso improprio, termine che non significa assolutamente nulla, cosa invece si deve intendere oggi per comportamento sessuale anomalo, o deviato, o perverso, o modernamente chiamato “parafilia”.

Freud, padre della psicoanalisi, nei primi del Novecento definiva perverso ogni comportamento sessuale che fosse focalizzato su regioni del corpo non genitali, oppure che si sostituisse ai normali rapporti eterosessuali e che tendesse a essere la pratica sessuale esclusiva di quell’individuo.

Ma negli ultimi venti trent’anni, “la deriva delle norme”, specie in materia sessuale, è stata molto, forse troppo rapida. Oggi non si considera più l’omosessualità una perversione, ma solo un’appartenenza a una minoranza sessuali (circa il 5%). Oggi la masturbazione o i rapporti orogenitali e anche anali sono comportamenti accettati come normali tra adulti consenzienti, sani di mente… e vaccinati. E anche alcuni aspetti di eros trasgressivo non sono più, dal sentir comune, giudicati perversi.

E allora, non si può proprio dir niente? Io penso che abbia ragione Robert Stoller, acuto analista contemporaneo. Egli definisce come la perversione come la “forma erotica dell’odio” volendo significare che è il vissuto di crudeltà, il desiderio più o meno cosciente di umiliare, di degradare, di sottomettere il partner sessuale; è inoltre l’incapacità di intimità del rapporto, il “nucleo essenziale” del comportamento perverso.

A livello puramente descrittivo, le perversioni più note e comuni sono: l’esibizionismo, il voyerismo, il sadismo, il masochismo, il feticismo, la pedofilia; ma ce ne sono tante altre, sebbene più rare.

Oggi, come già detto, il termine di “perversioni” è stato sostituito dal termine “parafilie”, per mitigarne il giudizio morale. lo, comunque, lascerei Il vecchio termine di “perversione” con tutto il suo Implicito giudizio negativo morale e sociale per alcuni comportamenti che configurino, tra l’altro, anche fatti-reato e che si riferiscono a situazioni nelle quali vengono coinvolti bambini o adulti non consenzienti o animali, ovviamente anch’essi non consenzienti.

da “Il Gazzettino” del 21/09/1998

Tra le tante telefonate ricevute, due lettrici mi hanno chiesto cosa volesse dire “sesso improprio” a proposito del caso Clinton.

Non avrei mai parlato del caso Clinton, che mi pare una banale e comune storia di tradimento coniugale di tipo esclusivamente sessuale. Forse Clinton avrebbe fatto bene a dire subito che era vero, ma che erano fatti suoi, della sua coscienza e casomai riguardavano i rapporti suoi con la sua famiglia; ma… “sa più un matto a casa sua che un savio a casa d’altri” ed avrà pensato che il popolo americano, che ha una forte radice puritana integralista – comunque poi piena di complessi ed ambiguità al proposito – difficilmente avrebbe apprezzato una simile coraggiosa e spregiudicata affermazione.

Ha scelto la linea difensiva del negare che, tra l’altro, in tali cose è sempre… da gentiluomini. Sbugiardato, ha tirato fuori che per la sua religione, battista, non è il rapporto orale un rapporto sessuale proprio, ma improprio e quindi egli non avrebbe detto bugie… difesa risibile… quanto l’accusa.

Cosa vuol dire, infatti, “sesso improprio” a proposito del sesso orale per quella religione che non conosco? Forse improprio a procreare; ma, ad esempio, per la religione Cristiana, il coito interrotto, il coito orale, il coito anale, non sono neanche concepibili perché inadatti a procreare e considerati solo fonte di insani piaceri per soddisfare bassi istinti.

E allora? E’ da dire questo: il sessuologo medico, cioè il medico esperto, per specifici studi e per lunga pratica clinica delle problematiche sessuali dell’uomo e della donna, deve essere il più possibile staccato da ideologie, da moralismi, da credo religiosi, perché tali aspetti tendono a fuorviare o ad incanalare concetti di normalità o deviazioni dalla norma, o malattie che invece, dal medico sessuologo, devono essere valutati secondo un criterio e con un metodo clinico e scientifico.