Da “Il Gazzettino” del 14/04/2000

Mi vengono a consultare due genitori di un ragazzo omosessuale. Il padre è un artista spesso assente da casa, la madre è una professoressa di lettere. E’ l’unico loro figlio, ha 24 anni e studia legge. Vogliono da me sapere…

“…qualcosa di più di quello che abbiamo già letto… ma soprattutto il perché… A volte ce ne facciamo una colpa… secondo Freud non avrebbe superato il complesso di Edipo… Io per il mio lavoro sono stato abbastanza assente e mia moglie è molto legata al ragazzo anche adesso…”.

Dico loro parecchie cose sulla omosessualità, ma soprattutto che non devono colpevolizzarsi a causa di questa bizzarra teoria freudiana che dà, tra l’altro, una spiegazione esclusivamente psicologica dell’omosessualità: sarebbe uno stato patologico dovuto ad un arresto di sviluppo psicologico per l’incapacità del bambino di staccarsi dall’intenso legame erotico con la madre, a causa di una possessività di questa ed anche di una debolezza o “assenza” affettiva del genitore maschio; l’inverso avverrebbe per le bambine, con gli stessi effetti.

“…Ma omosessuali allora, dottore, si nasce?”

Per molti secoli, almeno nella tradizione cristiano-ebraica-musulmana, si è dato sempre un disvalore morale alla omosessualità e si è pensato che omosessuali si diventi, o che sia una scelta, un peccato, una perversione. Dalla psichiatria era considerata una malattia, fino ad una trentina di anni fa. L’omosessualità oggi non è più considerata nulla di tutto questo. Da inchieste condotte in molte parti del mondo, negli ultimi sessant’anni, gli omosessuali maschi si attestano intorno al 5% e le omosessuali femmine, attorno al 3%. E’ quindi poco probabile che genitori “iperprotettivi” o “assenti”, o scelte personali, o fattori socio-culturali, diano risultati così percentualmente stabili ed omogenei. E se in alcune parti del mondo, di solito grandi metropoli o in certi contesti socio-culturali, gli omosessuali sembrano molti di più, questo è soprattutto perché in luoghi più tolleranti essi si concentrano ed escono allo scoperto.

Altro dato di fatto che dà valore a quanto sopra detto è che l’orientamento omosessuale si manifesta molto presto, già nella primissima infanzia e questo ricordo è frequentissimo in quasi tutti gli omosessuali.

E’ da dire quindi che l’ipotesi alla quale oggi si sta lavorando di più, è quella di una predisposizione genetica. Sempre da statistiche risulta che circa il 25% dei fratelli di gay sono gay e che il gemello omozigote, (cioè con lo stesso identico patrimonio genetico) ha circa il 50% di probabilità di essere pure lui omosessuale. E questi numeri sono sicuramente troppo alti per essere spiegati soltanto da un ambiente o da esperienze simili, e tra l’altro molti casi di gemelli, esaminati da tali studi, erano stati allevati separatamente.

Comunque, sull’omosessualità ci sarebbe tanto altro da dire e mi riprometto di ritornare ancora sull’argomento.

Da “Il Gazzettino” del 07/04/2000

…”Dottore, mia moglie mi ha tradito, ma non sono dispiaciuto…”.

All’inizio del colloquio credevo trattarsi di un caso di C… contento. Invece, proseguendo la conversazione…

“…Perché mi ha tradito con una donna, con la sua e mia migliore amica, una bella donna che piace anche a me; mi ha confessato che c’è andata a letto e che le è piaciuto molto…”.

Mi dice che adesso lui è più eccitato, quando fanno all’amore, pensando a ciò che ha fatto sua moglie. Mi chiede infine se è “depravato” lui o la moglie.

Un un moralista risponderebbe subito che sono depravati entrambi; ma io, al di là di come la posso pensare personalmente, devo rispondere come medico sessuologo.

Per definire il comportamento sessuale della moglie, è da dire che tra l’eterosessualità (amore per l’altro sesso) e l’omosessualità (amore per il proprio sesso), possono esistere gradi intermedi che si definiscono come “bisessuali”. Anche nell’uomo più virile e nella donna più femminile vi è una doppia sessualità, come scrive lo psicoanalista Georg Groddeck, discepolo di Freud, in “Il doppio sesso dell’essere umano”. E ciò perché ognuno di noi conserva tracce di un’ambivalenza originaria: quella sessualità indifferenziata, maschile e femminile, che caratterizza i primi anni di vita di ogni individuo.

Dell’argomento tratta romanzo di Bruna Bianchi “Il sesso degli Angeli” ed il film “Peccato che sia femmina” di Josiane Balasko. Da un punto di vista psicologico, la storia del triangolo suscita minor gelosia in lui se lei lo tradisce con un’altra, ma è meglio non sottovalutare la rivale. Ed ancora è da dire che, a livello di fantasia, l’uomo può sentirsi eccitato perché è solo lui il maschio, con la sua paranoia di onnipotenza virile non su una donna, ma addirittura su due; ma in realtà, anche se non sempre la relazione sessuale tra due donne coincide con l’amore, è in ogni caso l’espressione di un eros dalla qualità emotiva esclusivamente femminile, nella quale l’uomo c’entra ben poco.

Da “Il Gazzettino” del 02/04/2000

Tra le telefonate al Servizio del Gazzettino “Il Medico Sessuologo risponde” di quest’ultimo lunedì, c’è quella di una signora:

“Dottore, ho letto che nell’ambito dei disturbi sessuali siamo alla pari con voi uomini, ma sono sicura che noi donne ce ne facciamo meno problemi. E poi vorrei chiederle, mi scusi se la domanda appare stupida, chi prova più piacere, in un rapporto sessuale, l’uomo o la donna?…”

E qui mi è d’obbligo scomodare la mitologia: un giorno Giove e Giunone chiesero a Tiresia, che aveva il dono della profezia e che era stato sia uomo che donna, chi dei due sessi provasse più piacere. E Tiresia rispose: “Nove parti la donna ed una parte l’uomo.” Giunone si adirò per questa risposta a tal punto da accecare Tiresia. Ma perché si arrabbiò tanto, Giunone? Non poteva essere contenta di questa superiorità nel piacere sessuale rispetto all’uomo? Credo che Giunone avrebbe avuto la stessa reazione anche se Tiresia avesse detto l’opposto.

La realtà è che per le donne il piacere, l’orgasmo, è un “loro” segreto; l’orgasmo è il “loro” orgasmo; l’uomo, questo loro segreto lo deve saper scoprire; il loro orgasmo è diverso da tutti quelli delle altre donne. E’ un mistero, che deve rimanere tale. E mistero in realtà il più delle volte rimane anche perché segni visibili esterni, specifici, non ce ne sono, e alcuni segni possono essere simulati al punto tale che anche l’uomo più esperto può non accorgersene. Ma purtuttavia, la maggior parte delle donne, se l’uomo non capisce se lei ha avuto o no l’orgasmo, e se per giunta è tanto sciocco da chiederglielo, esse si irritano e pensano di non essere state capite; sia contento se capisce che lei lo ha avuto, e basta; e se pensa che non lo ha avuto, sia più bravo la prossima volta.

Così sono le donne: in parte hanno ragione, in parte no.

Hanno ragione perché realmente esse sono molto più diverse tra loro di quanto lo siano gli uomini. E questo sia dal lato psicosessuale, sia dal lato fisico. Ci sono alcune che hanno sensibilità sessuale più marcata in certe parti o organi della loro sessualità.

Anche anatomicamente sono molto diverse tra loro per ciò che attiene lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, dei genitali esterni, degli organi erettili specificamente deputati al piacere sessuale, clitoride e punto “G”; comunque con differenze molto più marcate che noi uomini.

E poi anche dal lato psichico sono molto diverse tra loro: alcune molto mutevoli, variabili, anche in relazione alla loro variabilità ormonale; altre più stabili, meno imprevedibili. Ma quasi tutte amano essere misteriose, ed è questa la loro arma segreta.

Dove non hanno ragione è nel dare tutta la colpa – più raramente il merito – a noi uomini. Dovrebbero anche loro capire ed accettare di più la nostra diversità da loro: il nostro essere più vulnerabili per motivi psico-fisici nella fase dell’eccitazione (erezione) e nella durata della stessa, capire il nostro timore che può diventare ansia da prestazione di poter fare “brutta figura”, anche perché la nostra brutta figura è visibilissima.

E poi dovrebbero più spesso chiedere anche cosa a loro piace di più, come e dove vogliono essere toccate, accarezzate perché – proprio perché consce e gelose della loro diversità – dovrebbero capire che anche se un uomo ha avuto esperienze con diverse donne, purtuttavia loro sono… diverse.

Da “Il Gazzettino” del 31/03/2000

Al Servizio del Gazzettino “Il Medico Sessuologo risponde”, una signora giovane mi chiede:

“…hanno più problemi sessuali gli uomini o noi donne? …Io personalmente credo che siano gli uomini ad avere la fissa sul sesso, io personalmente non mi faccio problemi…”

Rispondo: credo che i problemi sessuali o disturbi sessuali, siano equamente ripartiti tra i due sessi. Ho detto tante volte che in ordine di frequenza gli uomini soffrono di eiaculazione precoce e disturbi erettivi: i giovani più di eiaculazione precoce, i meno giovani di disturbi erettivi. Da specificare, cosa molto importante, che un uomo di media-avanzata età che lamenta eiaculazione precoce, massimamente se questa non viene dichiarata “da sempre”, potrebbe avere un deficit erettivo; teme di poter perdere l’erezione se fa durare il rapporto a lungo e quindi… “si sbriga”. E’ ovvio che in tali casi la cura privilegerà il Disturbo erettivo. Nel giovane invece, con eiaculazione precoce semplice e genuina, verrà proposta una terapia specifica per tale disturbo.

Nelle donne, sempre in ordine di frequenza, i disturbi sono la difficoltà a raggiungere l’orgasmo o la frigidità vera e propria. La frigidità assoluta è comunque molto rara; a volte si confonde con una “avversione” o con una “fobia sessuale”.

Entrambi i sessi poi, hanno una patologia, oggi in aumento, che è la diminuzione, fino alla completa assenza, del desiderio sessuale.

Ancora, sia le donne, sia gli uomini, possono soffrire di “dyspareunia” o coito doloroso: questo disturbo è comunque più nelle donne e può arrivare al “vaginismo”, di vario grado.

C’è poi un altro disturbo, raro negli uomini e frequente nelle donne, che è l’orgasmo ritardato o impossibile. Nell’uomo si chiama anche “eiaculazione ritardata” o “impossibile”, che è appunto un disturbo raro, mentre l’opposto, l’eiaculazione precoce, abbiamo detto che è il più frequente disturbo sessuale maschile.

Nella donna l’orgasmo ritardato è un po’ la regola, specie per l’orgasmo coitale, mentre “l’orgasmo impossibile “, nella donna, si chiama “anorgasmia” ed è il corrispettivo, nell’uomo, della eiaculazione impossibile.

Abbiamo detto sempre, e giova ribadirlo, che questi disturbi sessuali, sia dell’uomo che della donna, devono essere diagnosticati e curati da un medico esperto in Sessuologia. Medico, perché i disturbi sessuali hanno sempre una etiopatogenesi, una causa cioè, mista, psico-somatica, sebbene, caso per caso e a seconda dei vari disturbi enumerati, in percentuale psichica o fisica variabile.

Le terapie dovranno sempre seguire la diagnosi corretta, posta dal Medico con l’anamnesi, l’esame obiettivo, alcune analisi di laboratorio.