Da “Il Gazzettino” del 03/06/2000

Proprio oggi, a Venezia, mi ferma in Calle un signore che non conosco.

Mi dice che segue “sempre” sul Gazzettino la mia Rubrica di Sessuologia che apprezza soprattutto “per la chiarezza e il coraggio di trattare argomenti così delicati”. Mi fa, insomma, i complimenti.

Mi chiede se in un prossimo articolo posso dire “con chiarezza” se l’eiaculazione precoce e la difficoltà di orgasmo delle donne sono malattie, perché, egli mi dice, …”secondo me non lo sono…”.

Entrambi questi problemi sessuologici, li ho trattati più volte. Ho detto che l’eiaculazione precoce è il più frequente disturbo maschile e la difficoltà di orgasmo è il più frequente disturbo femminile.

Possono considerarsi “malattie” o “disturbi” o “normalità” a seconda dei casi e di alcuni parametri.

Per malattia si intende qualcosa di patologico e di evolutivo: da una malattia o si guarisce o si peggiora. L’eiaculazione precoce può essere “malattia”, ad esempio in certe affezioni dell’uretra o della prostata o in alcuni stati patologici neuro-psichiatrici.

L’Anorgasmia femminile può essere “malattia” ad esempio se c’è una patologia ginecologica o ormonale, o se c’è una patologia neuro-psichiatrica.

Ma nella maggioranza dei casi, sia l’Eiaculazione precoce, sia l’Anorgasmia femminile non sono malattie nel senso sopra specificato. Sono “disturbi” nel senso soprattutto che “disturbano” il “rapporto di coppia”. Data la loro frequenza, l’Eiaculazione precoce nei giovani rasenta il 50% e così anche l’Anorgasmia nella donna, specie quella coitale, possono essere statisticamente considerati “nella norma”, quindi in questo senso “normalità”.

Ma a nessuno, credo, di quelli che soffrono di questo odioso disturbo, interessa sentirsi dire che sono “statisticamente normali”. E’ un disturbo che si deve curare e oggi, nella maggioranza dei casi, ci si riesce. Le terapie, ovviamente saranno in base alla diagnosi, cioè alle cause. Il più delle volte le terapie saranno di tipo sessuologico, cioè psicoterapia sessuale, che è una psicoterapia particolare, di tipo cognitivo-comportamentale, associata ad “esercizi” o “compiti a casa”, da fare da soli o in coppia.

Altre volte, specie per le forme a causa organica, si dovranno dare dei farmaci, unitamente, quasi sempre, ad una terapia sessuologica come detto sopra.

Da “Il Gazzettino” del 29/05/2000

Sono appena tornato da un Congresso di Andrologia, tenutosi ad Arezzo, di tutti noi Soci della Società Italiana di Andrologia.

E’ stato il I° Congresso dedicato alla “prevenzione” in Andrologia. Reputo molto interessante riferirne ai lettori della mia “Rubrica” di Sessuologia, perché, come detto tante volte, la Sessuologia medica, che studia diagnostica e cura i disturbi ed i comportamenti dell’uomo e della donna su base prevalentemente funzionale, è molto legata, per ciò che attiene agli uomini, all'”Andrologia” che studia diagnostica e cura i disturbi sessuali e procreativi dell’uomo, su base prevalentemente organica. Ma le cause sono quasi sempre miste, organiche e funzionali, quindi andrologiche e sessuologiche insieme.

Nel prossimo articolo, se non dovrò rispondere a specifici quesiti dei lettori, sempre graditi, porterò degli esempi di casi clinici in cui si vede chiaro il nesso tra disturbi andrologici e sessuologici oltre che, per questi ultimi, il nesso con problemi psicologici e relazionali di coppia.

Dunque, a questo primo Congresso di “prevenzione” in Andrologia, al quale ha dato il suo pieno appoggio il nuovo Ministro della Sanità, medico di grande valore, prof. Veronesi, si è parlato soprattutto di due aspetti. Il primo è quello di fondare una Scuola di Specializzazione autonoma in Andrologia, della durata di cinque anni, dopo la Laurea in Medicina. Specializzazione autonoma, cioè non più legata come “indirizzo andrologico” alla specializzazione in Endocrinologia, o annessa come ” Servizio o Modulo di Andrologia” presso i Reparti di Urologia di alcuni grossi Ospedali.

In verità, per una decina di anni, fino al 1993, c’è stata la specializzazione in Andrologia, in alcune Università, prima e prestigiosa tra tutte quella di Pisa diretta dal Prof. Menchini – Fabris.

Attualmente ci sono solo dei Corsi di Perfezionamento Universitario in Andrologia, che presuppongono nei medici che vogliono accedervi e conseguire il titolo, già delle conoscenze e competenze urologiche, internistiche, endocrinologiche, neurologiche, sessuologiche, psicologiche.

Nella Specializzazione autonoma che si istituirà, tutte queste competenze saranno insegnate nei cinque anni di specializzazione.

Altro aspetto trattato nel Congresso è quello di istituire – coinvolgendo le Regioni, che hanno per Statuto competenza e doveri in ambito di Sanità pubblica – nei “Consultori” la figura del Medico Andrologo. Il dato di fatto che, ancora oggi, questo medico non ci sia, è una lacuna e carenza gravissima, perché l’andrologo è per l’uomo quello che il ginecologo è per la donna; moltissime patologie andrologiche e sessuologiche dell’adulto potrebbero essere prevenute. I primi specialisti Andrologi ci saranno tra non meno di cinque anni; ma anche oggi ci sono, sia nelle strutture pubbliche che nel privato, medici competenti e preparati per operare nell’ambito della Andrologia, siano essi medici “perfezionati” in Andrologia, o medici specialisti in Urologia o in Endocrinologia.

Inoltre è da far presente che, sia all’attuale che in futuro, con la Specializzazione autonoma, ci sono e ci saranno degli Andrologi che, per pregressa formazione, per sapere specifico, per tendenze individuali, operano ed opereranno maggiormente nell’ambito dell’Andrologia chirurgica, o dell’Andrologia endocrinologica o dell’Andrologia legata maggiormente alla Sessuologia ed agli aspetti psicologici e relazionali.

Da “Il Gazzettino” del 16/05/2000

I nemici dell’orgasmo – ma direi anche di tutte le fasi del rapporto sessuale che sono il desiderio, l’eccitazione, la durata del rapporto, l’orgasmo – sono: il dovere, la competitività, la noia.

Il dovere può essere quello di doverlo fare, quasi un obbligo: succede, ad esempio, quando non lo si fa per un certo tempo e ci si sente quasi obbligati, o prima di una separazione, per qualche tempo, o subito dopo.

Anche dovere può essere quello di sentirsi obbligati a dare l’orgasmo (soprattutto da parte dell’uomo), o avere l’orgasmo (soprattutto da parte delle donne). Il dovere, insomma, non fa rima col piacere, almeno in campo sessuale.

La competitività è dannosa, sia quella con se stessi, sia quella col partner, specie immaginando che il partner, con altri, abbia provato maggior piacere. Ogni paragone deve essere evitato, …a meno che, in alcuni casi, non ci sia voglia eccitare con le “fantasie”.

La noia: è semplicemente mortale; la curiosità, le novità, il sorprendere, il variare, sono gli ingredienti necessari ad ogni tipo di eccitazione umana.

Anche i vari “Manuali del sesso”, che spiegano tutte le “posizioni”, possono essere sterili e noiosi; specie se non siano legati ad una cultura, ad una filosofia, quasi ad una “spiritualità” del sesso, tipo i grandi manuali erotici del passato, dal Kamasutra indiano alle “Istruzioni segrete della camera di Giada cinese”.

Indicativa, per spiegare la sterilità erotica di posizioni variate a tutti i costi, la seguente riflessione: nonostante non sia “tecnicamente” la migliore, la posizione classica del “Missionario”, rimane la preferita presso moltissime culture. E’ perchè ci si può, più agevolmente che in altre, guardare negli occhi, baciare, parlare guidati dall’espressione uno dell’altro e trovare quindi più facilmente l’armonia con il partner.

Da “Il Gazzettino” del 11/05/2000

Nel mio precedente articolo di risposte ad un lettore, ho detto che nel rapporto sessuale è auspicabile, è da fare in modo, comunque, che la soddisfazione sia reciproca – anche se non simultanea.

Diciamo innanzi tutto che, per “soddisfazione” sessuale dovrebbe intendersi “l’orgasmo”. Ma ciò è più vero per l’uomo che per la donna, mi spiego: l’uomo, specie quello occidentale, è abituato a concludere sempre con l’orgasmo. Alcune tecniche però, importate dagli orientali, tipo Tantra, non sempre dicono di concludere con l’orgasmo; l’importante è il piacere durante l’atto sessuale. La donna questo lo sa, è per lei più congeniale; non sempre, infatti, la donna conclude un rapporto con l’orgasmo, e non si può dire che se questo non succede “sempre” ella sia insoddisfatta o ci rimanga male.

A mio giudizio, questa differenza per ciò che attiene l’orgasmo, tra la sessualità maschile e quella femminile, affonda la sua radice nella biologia, nella finalità alla procreazione. E ciò ha portato, nei secoli, ad un condizionamento psicologico e socio-culturale – che rimane anche oggi – che il sesso lo si fa quasi esclusivamente per “piacere” e non per procreare.

Ma, per tornare all’orgasmo, questo è molto gratificante quando succede anche alla donna; ma perché ciò accada è necessario che l’uomo attui “i preliminari” che non sono soltanto “tecniche”, ma anche un modo di porsi, di iniziare, di creare un’atmosfera rilassata ed erotica nello stesso tempo. La donna ha bisogno, più dell’uomo, di questi elementi.

Sulla “contemporaneità” dell’orgasmo, cioè di averlo nello stesso momento, questo è più che altro un mito, per vari motivi, tra i quali il più importante è, per l’orgasmo, la capacità di “abbandonarsi”, di “perdersi”, per cui, stando molto attenti ai “tempi” dell’altro, si rischia di non arrivarci. Mentre invece resta sempre valida la regola che l’uomo non dovrebbe “venire” prima della donna, cercando quindi di accorciare i tempi di lei e di allungare i suoi.

Da “Il Gazzettino” del 06/05/2000

Un signore mi scrive una lettera, tramite il Gazzettino. Per riassumerla, mi dice di avere sessant’anni, di essere sempre stato un “buon amante”, di non essersi fatto mai problemi di “durata del rapporto” e che le donne che ha avuto “in gioventù, ormai sono nonno”, non gli hanno mai “creato problemi e neanche loro avevano problemi” “…oggi si parla troppo di sesso”. Finisce dicendo che “il mondo moderno ha complicato tutto”.

Rispondo: “il mondo moderno” è la nostra realtà, volenti o nolenti. Sul fatto che abbia complicato tutto, non mi pare. In fatto di sesso, al di là di alcune esagerazioni o esasperazioni, o miti ancora da sfatare, il mondo moderno è senz’altro migliore. Migliore soprattutto per la donna, che faticosamente si è liberata abbastanza dei tabù impostile da una educazione sessuofobica a cui in passato era sottomessa.

Chiaramente ciò ha portato la donna ad una coscienza della sua sessualità. E, pur essendo in lei, il sesso, ancora molto legato ai sentimenti, anch’essa oggi si interroga sul suo desiderio sessuale, sulle sue risposte fisiologiche a questo eccitamento ed al suo acme, che è l’orgasmo. Questo, senz’altro, può comportare qualche problema sessuale in più all’uomo. Egli deve imparare a fare l’amore non solo secondo la sua natura, secondo il suo istinto; deve sapere che la donna ha bisogno di parecchi preliminari, e di un tempo sufficiente di “durata” del rapporto. Ho già detto tante volte che, secondo natura, la maggior parte degli uomini sono programmati per “durare” circa due minuti, mentre per la maggior parte delle donne ce ne vogliono circa quindici. Perciò, in un rapporto sessuale che esiti in reciproca, anche se non simultanea soddisfazione, si deve “apprendere” a far sì che questo succeda, a riuscire cioè ad allungare i tempi per l’uomo e ad accorciare, con adeguati preliminari, quelli per la donna.

Oggi, nonostante ancora ci sia una certa resistenza da parte di alcune fasce moralistiche e conservatrici, di Sessuologia si parla; ed i mezzi di informazione, riviste, giornali, radiotelevisione hanno spesso dei Consulenti validi, qualificati, scientificamente preparati, che fanno informazione, sforzandosi di essere chiari, parlando con un linguaggio comprensibile anche dai non addetti ai lavori.

La divulgazione scientifica, l’informazione, è sempre benemerita, auspicabile. Certo bisogna saper scegliere i programmi da guardare, le Rubriche da leggere; ma oggi una maggiore e più diffusa cultura globale nella popolazione, dovrebbe favorire ciò.

Quindi, caro lettore, sia lieto di vivere oggi in un mondo più aperto, più libero, anche se le sembra che le donne “…siano oggi più complicate e creino perciò problemi agli uomini”. Ciò è soprattutto perché ieri, specie sul sesso, le donne tacevano o fingevano.