Il piacere

Il piacere

Da “Il Gazzettino” del 11/05/2000

Nel mio precedente articolo di risposte ad un lettore, ho detto che nel rapporto sessuale è auspicabile, è da fare in modo, comunque, che la soddisfazione sia reciproca – anche se non simultanea.

Diciamo innanzi tutto che, per “soddisfazione” sessuale dovrebbe intendersi “l’orgasmo”. Ma ciò è più vero per l’uomo che per la donna, mi spiego: l’uomo, specie quello occidentale, è abituato a concludere sempre con l’orgasmo. Alcune tecniche però, importate dagli orientali, tipo Tantra, non sempre dicono di concludere con l’orgasmo; l’importante è il piacere durante l’atto sessuale. La donna questo lo sa, è per lei più congeniale; non sempre, infatti, la donna conclude un rapporto con l’orgasmo, e non si può dire che se questo non succede “sempre” ella sia insoddisfatta o ci rimanga male.

A mio giudizio, questa differenza per ciò che attiene l’orgasmo, tra la sessualità maschile e quella femminile, affonda la sua radice nella biologia, nella finalità alla procreazione. E ciò ha portato, nei secoli, ad un condizionamento psicologico e socio-culturale – che rimane anche oggi – che il sesso lo si fa quasi esclusivamente per “piacere” e non per procreare.

Ma, per tornare all’orgasmo, questo è molto gratificante quando succede anche alla donna; ma perché ciò accada è necessario che l’uomo attui “i preliminari” che non sono soltanto “tecniche”, ma anche un modo di porsi, di iniziare, di creare un’atmosfera rilassata ed erotica nello stesso tempo. La donna ha bisogno, più dell’uomo, di questi elementi.

Sulla “contemporaneità” dell’orgasmo, cioè di averlo nello stesso momento, questo è più che altro un mito, per vari motivi, tra i quali il più importante è, per l’orgasmo, la capacità di “abbandonarsi”, di “perdersi”, per cui, stando molto attenti ai “tempi” dell’altro, si rischia di non arrivarci. Mentre invece resta sempre valida la regola che l’uomo non dovrebbe “venire” prima della donna, cercando quindi di accorciare i tempi di lei e di allungare i suoi.