Leggevo, proprio in questi giorni, l’ennesima inchiesta sulla prostituzione, mestiere vecchio quanto il mondo. La prostituzione può essere trattata a vari livelli: etico-morale, religioso, sociologico, politico, ecc.

Io sono un medico sessuologo (sono anche psichiatra psicoterapeuta) e qui il mio settore è, da un punto di vista strettamente medico, parlare dei rischi di eventuali malattie sessualmente trasmissibili, e, da un punto di vista sessuologico, parlare dell’aspetto motivazionale e comportamentale, sia di chi offre (la prostituta), sia di chi acquista (il cliente).

Per limitare il campo alla prostituzione eterosessuale femminile, la prostituta può scegliere di fare questo mestiere per bisogno, perché non riesce a trovare un normale lavoro, specie in certi Paesi e contesti sociali; o per guadagnare moltissimo di più di quanto comporterebbe un normale lavoro (anche mille euro al giorno, contro mille euro al mese). Oppure, più raramente, perché
ridotta in schiavitù, costretta da un racket malavitoso, magari con l’aggravante, in questi tempi, dell’uso di droghe, fino alla tossicodipendenza.

Quasi mai lo fa per predisposizione fisiologica, nel senso di ipersessualità, con sfrenata voglia di sesso… anzi, il più delle volte la prostituta è fredda e non dà all’atto sessuale quella valenza affettiva e passionale che trasforma “l’atto sessuale” in un “rapporto sessuale”, in un “far l’amore”. Perlomeno con il cliente questo non succede. Forse succederà anche a lei, con il suo uomo, ma è da ipotizzare che, per il mestiere che fa, per come conosce gli uomini con i quali ha rapporti mercenari, le verrà difficile amare, con tutte connotazioni di stima e fiducia che l’amore comporta, e quindi riuscire a darsi totalmente col cuore, con la mente e col corpo.

Per ciò che riguarda i clienti, gli uomini che frequentano le prostitute, essi possono essere di varie connotazioni psicologiche. Possono essere degli uomini, anche giovani, normali, che occasionalmente, sporadicamente vogliono fare anche questa esperienza, oppure possono essere dei nevrotici, specie se clienti abituali, incapaci di intrattenere una relazione duratura con una donna. Possono essere degli ossessionati dal sesso, o con esigenze o gusti particolari. Possono essere uomini soli, con difetti fisici tali che difficilmente troverebbero una donna. Certo che qualsiasi uomo che va con una prostituta o è un illuso, un “grullo”, se non capisce che essa finge e recita; o, peggio, un uomo a cui non importa niente, a cui “non serve” – egli dice – che la
donna partecipi.

Ma è proprio, invece, questo l’aspetto più bello di un rapporto sessuale: il dare e il ricevere, entrambi, il piacere, per reciproca voglia, reciproco desiderio.

Se poi c’è anche l’Amore, questo è il massimo.

Numerose lettere di donne che vorrebbero una risposta dal medico sessuologo, dott. Mercuri sul fatto che sono entrate in menopausa ma si sentono ancora pienamente giovani anche dal lato sessuale e sono interessate ma perplesse ad intraprendere una terapia ormonale sostitutiva.

La menopausa non va più considerata come una sorta di destino da subire in modo passivo. La donna non può “sprecare”, accettando con rassegnazione questa fase della sua vita, con tutti i problemi annessi, un terzo della sua vita. Tale è, infatti, il periodo di tempo trascorso in menopausa, visto che ormai l’aspettativa di vita raggiunge i 75-80 anni. E’ necessario impostare un vero e proprio programma di tutela della salute, che comprenda non solo il controllo dei sintomi soggettivi presenti nel 35-40% delle donne, ma anche la prevenzione di quell’impennata di rischio, soprattutto cardiovascolare e a carico del sistema scheletrico, che si registra in menopausa.

Questo programma di tutela della salute della donna comprende la necessità di adottare un corretto stile di vita – con un’attenzione particolare alla dieta e all’attività fisica – e la possibilità di ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva.

Non tutto è ancora chiaro, in termini di inizio e durata del trattamento, di alternanza delle varie formulazioni estroprogestiniche, di disponibilità di parametri che consentano una migliore personalizzazione della terapia. Ma alcuni punti fermi ci sono: la terapia sostitutiva con estrogeni, alle dosi attuali e in sequenza o combinazione con i progestinici, soluzioni che hanno ridotto il rischio di tumori, previene e cura l’atrofia della cute e delle mucose, dimezza l’incidenza di fratture e riduce drasticamente, fino al 50% l’incidenza di infarto e di emorragie cerebrali.

Ma anche aldilà di tali inconfutabili conoscenze scientifiche, si deve capire che al giorno d’oggi, per fortuna si è passati da una medicina unicamente curativa di “malattie”, ad una medicina curativa anche della qualità della vita – che a mio giudizio è più importante della semplice durata della stessa -.

Perciò ben vengano i rimedi che possono non dico prolungare la giovinezza, ma dar vita agli anni e non soltanto dare anni alla vita.

Ben vengano e si sviluppino sempre più alcuni campi medici relativamente moderni, quali la chirurgia estetica, la sessuologia, le varie forme di psicoterapie; non con questo si faciliterà una società edonistica ed egoista; anzi sono convinto che chi sta meglio con se stesso, chi è più contento e più felice, sia più tollerante e buono anche con gli altri.

da “Il Gazzettino” del 11/06/1998

“Par condicio”: se ne parlava in continuazione, circa due anni fa. Poi il silenzio.

Che se ne ritorni a parlare – speriamo non troppo e non a sproposito – per merito o colpa del “Viagra per signore”? Si sta sperimentando il Viagra (o simili) anche sulle donne e pare che funzioni. Sarebbe una pari opportunità terapeutica, a chi serve, per curarsi una carenza o un disturbo, che non si può non condividere.

Il tema dei farmaci che aiutano la sessualità femminile potrebbe senz’altro scatenare fantasmi; e discorsi infiniti ammantati di morale che potrebbero invece avere una motivazione profonda di paura… di perdere. Ma di perdere cosa? E chi potrebbe avere questa paura? Molti uomini potrebbero pensare: abbiamo appena riconquistato (dal Viagra) la sicurezza sessuale, minata dall’emancipazione femminile ed ecco che adesso anche alle donne si dà la possibilità di “far scintille ” a letto… riperdiamo la sicurezza.

Ma a questo punto si devono fare alcune considerazioni. La prima è che, chi è sicuro di sé non gradisce, non gli serve che l’altro sia insicuro, carente… anzi, tutt’altro… e poi farà meno fatica , sarà più rilassato. Inoltre io credo che le donne non si scateneranno, non andranno “matte per il Viagra “, come è successo a molti uomini.

Io credo che, ancora oggi, molte donne siano condizionate a non dare molto valore al sesso. Esse si reputano appagate se pensano di essere amate, e di fare stare bene il loro uomo. C’è una lontana radice biologica in tale psicologia femminile; ma io credo di più a secoli di condizionamento sociale.

Ma oggi la donna lavora per lo più fuori casa, guadagna, è importante socialmente quanto l’uomo. Anche per la donna casalinga, che lavora in casa cioè, è cambiato il modo ed il tipo di lavoro, di condurre la casa, l’impegno nell’educare i figli. Se è intelligente, se ama la cultura, se non è “casalinga frustrata”, sa tenere anche i rapporti adeguati familiari e sociali; è quindi anch’essa cambiata e
considerata importante alla pari delle altre.

Ed è allora giusto, è arrivato il momento, che la donna si scrolli da dosso il concetto che serietà fosse quasi sinonimo di castità o peggio di disinteresse sessuale e frigidità.

Ben venga anche per lei un aiuto se le serve, se ha problemi sessuali, se è un medico esperto in tali problemi e disturbi a reputare opportuno prescrivere un farmaco che le migliori la qualità della vita; com’è per gli uomini, con pari opportunità terapeutiche e “par condicio” effettiva, eticamente giusta.

da “Il Gazzettino” del 08/06/1998

Sono moltissimi i lettori che vogliono saperne di più sull’uso del Viagra. Abbiamo più volte trattato l’argomento, ma restano ancora alcuni punti che meritano di essere chiariti, come la sua efficacia in pazienti che non hanno veri e propri problemi di erezione. Per il medico-sessuologo usare il Viagra in certi momenti è inutile.

Amore, sesso, Viagra e dintorni.

Su amore e sesso si è detto e scritto tantissimo, da sempre.

Anche sul Viagra, da due mesi. Si è scritto e detto a proposito e a sproposito, come per tutte le cose alle quali la maggioranza delle persone attribuisce grande importanza.

Amore e sesso, a volte vanno insieme: ed è il massimo.

A volte ci può essere amore senza sesso (pare sia più delle donne e delle persone molto buone) e a volte c’è sesso senza amore (pare sia più frequente negli uomini).

Il Viagra a cosa e a chi serve? Non certo all’Amore, nel senso di farlo nascere o rinascere. Non certo a chi funziona già sessualmente, perché, non potenzia le prestazioni, ma addirittura
la sua assunzione inutile potrebbe provocare una dipendenza psicologica dal farmaco.

Ipotizziamo adesso una coppia che si ama nel senso che si rispetta, sta bene insieme, ma non fa sesso, o per una libera e reciproca scelta di castità, o per assenza di desiderio sessuale di uno o di entrambi: bene, anche in questo caso il Viagra non serve: ci potrebbe essere alla base un modo di concepire l’unione, ci potrebbe essere una depressione, ci potrebbero essere disturbi ormonali, malattie debilitanti, grossi dispiaceri e stress.

E se invece il desiderio ci fosse, ma il sesso non rispondesse, purtuttavia?

In questo caso li medico, esperto in problemi e patologie sessuali, e solo lui, dopo aver fatto i doverosi accertamenti clinici, può dare questo farmaco che potrebbe ridare completezza anche sessuale alla coppia. Il medico darà in questo caso un farmaco utile, e sarà, come deve essere sempre un medico, anche eticamente corretto.

Speriamo quindi che per questi casi, che sono numerosi, al più presto questo farmaco si possa prescrivere anche in Italia.