Da “Il Gazzettino” del 17/09/2001

Un giovane, al Servizio del Gazzettino “Il Medico risponde”, mi chiede la differenza tra “omosessuale”, “transessuale”,  “travestito” ed “ermafrodita” e mi dice: “…tante persone come me si fanno confusione”.

Credo che il chiarimento di tali aspetti della sessualità possa interessare numerosi Lettori.

Per fare chiarezza dobbiamo dare delle definizioni. Sono, intanto, aspetti, manifestazioni della sessualità, alcune di origine più psicologica-psichica, altre di origine più fisica-organica, minoritaria rispetto ad una sessualità normale, intendendo per normale l’eterosessualità che attiene alla stragrande maggioranza degli individui.

Per i travestiti il discorso è diverso perché può essere un semplice gioco trasgressivo se saltuario, sporadico, privato, oppure può essere un prostituto maschio omosessuale o un transessuale che si traveste da donna per attirare gli uomini.

Gli omosessuali sono quel 5% circa degli individui che sono attratti dal proprio sesso in maniera esclusiva. I bisessuali, che sono un po’ più numerosi, sono attratti sia dal proprio sesso che dall’altro. L’omosessuale è consapevole e contento ed integrato nel suo essere uomo o donna; ma se è un uomo desidera fare sesso con altri uomini e non con le donne. Identica cosa per le omosessuali donne che si chiamano anche lesbiche.

Il transessuale invece è un individuo che “si sente in un corpo sbagliato”. Se è un uomo, si sente donna: desidera quindi accoppiarsi con un uomo, come un omosessuale, ma con la differenza, appunto, che il transessuale, sentendosi donna e non uomo, desidera anche modificare il suo corpo e diventare anche all’apparenza donna.

L’ermafrodita è, invece, un individuo che ha caratteri sessuali  interni ed esterni misti, in varia misura, da uomo e da donna. E’ impossibile o molto difficile attribuirgli il sesso di genere maschile o femminile, alla nascita. E’ una anomalia cromosomica e ormonale. Egli, di solito, da adulto, assume il ruolo sessuale in carattere con la prima educazione ricevuta, come maschio o come femmina.

Da “Il Gazzettino” del 10/09/2001

Al Servizio del Gazzettino “Il Medico risponde”, un giovane lettore di 20 anni mi chiede…

“…come mai le prostitute non baciano mai sulla bocca i loro clienti, pur facendo loro cose ben più spinte sessualmente…”.

       Caro giovane, la spiegazione di quanto mi chiedi è soprattutto psicologica: il bacio, che più essere più o meno passionale, è sempre un gesto di amore. E come l’amore, esprime affetto, tenerezza, romanticismo, oltre che desiderio e sensualità. Molti ricordano più il primo bacio che altri tipi di rapporti intimi anche ben più spinti.

Recentemente è stato scoperto – e l’autorevole rivista New Scientist ne ha dato notizia – che dal bacio la donna è in grado di riconoscere il partner ideale. Sembra sia l’odore, sia quello sensibile che quello meno sensibile ma ugualmente molto incisivo dato dai feromoni, che in ognuno di noi è specifico e determinato geneticamente e che esprime il nostro sistema immunitario, il nostro assetto di neurotrasmettitori e di ormoni.

Insomma è il nostro “pedigree” chimico che, nei baci appassionati d’amore, quelli che gli antichi chiamavano “Suavium”, viene espresso e captato dall’altro, specie dalla donna che ha recettori specifici molto sviluppati sotto tale aspetto. E’ un gesto quindi, il bacio, di grande intimità affettiva, di grande impatto emotivo tra due individui, a cui la scienza ha dato oggi anche una spiegazione.

Ci vediamo il 22 agosto.

Da “Il Gazzettino” del 03/09/2001

“Dottore, non mi capisco… ho trent’anni e non riesco a innamorarmi, cioè mi innamoro troppo spesso.
La mia più cara amica mi dice che le mie sono solo “cotte”. Ma ormai sono adulta, sono allora incapace di amare?  Attendo una sua risposta sulla sua Rubrica del Gazzettino, che seguo sempre con interesse.”

Gentile Signorina,

diciamo subito che col termine “innamoramento” si vuole intendere lo sbocciare, lo stato nascente dell’amore. Ci innamoriamo quando ci sentiamo pronti a cambiare e a ricominciare a vivere. E’ un momento  magico, un colpo di fulmine, una fascinazione. E sperimentiamo sentimenti forti ed altrettante forti sensazioni fisiche. L’innamoramento può durare poco o tanto a seconda degli individui e delle situazioni. A volte si trasforma in Amore, in un sentimento cioè duraturo con una progettazione di vita a due, ma meno forte, meno bruciante per certi aspetti, soprattutto fisici.

L’innamoramento si deve distinguere dalla più semplice “infatuazione”. E’ questa una sensazione meno forte e meno duratura dell’innamoramento. Può nascere per varie motivazioni: competitiva, che si esaurisce quando abbiamo vinto la sfida di portare via qualcuno ad un’altra persona; divistica per una persona importante e che può essere anche solo infatuazione platonica e che finisce quando questa persona non è più importante o quando non  la vediamo più tale;  infatuazione erotica, che si esaurisce, perde di interesse dopo avere esperimentato con tale persona gli aspetti sessuali.

Questo ultimo tipo di infatuazione è molto simile alla ancora più semplice ed elementare “attrazione sessuale”, che si presume priva di qualsiasi sentimento, quasi solo un istinto. E’ più frequente e praticata dai maschi, sebbene non sia rarissima anche nelle donne, specie delle ultime generazioni,  ma pur sempre legata ad una qualche sensazione psicologica di interesse e di curiosità.

Quindi, gentile lettrice, da quanto mi scrive nella sua lettera, posso dirLe  che i suoi non siano mai starti “veri amori”, ma neanche solo, credo, semplici “attrazioni sessuali”. Rimangono quindi le infatuazioni o gli innamoramenti. Se tale suo modo di essere La fa soffrire davvero, sarebbe utile tentare una psicoterapia.

Da “Il Gazzettino” del 27/08/2001

Diverse donne mi hanno  raccontato, lamentandosene, che i loro uomini sono “egoisti” in vari modi nel rapporto sessuale. Uno di questi aspetti riguarda il sesso orale, molto gradito da quasi tutti gli uomini, spesso troppo insistentemente richiesto se non anche preteso. Mentre l’opposto, cioè il farlo alla loro partner, trova molti uomini schizzinosi e a volte nettamente contrari.

A questo proposito non si può che parlare giustamente di egoismo sessuale maschile. E’ un modo antico, sorpassato, censurabile, di intendere la sessualità; risente di una concezione maschilistica di soddisfacimento sessuale, non è più neanche un “rapporto” sessuale tra i due partner, ma un semplice “atto” sessuale del solo uomo.

Si potrebbe in verità dire che molte donne sono più che altro “oblative”, cioè più propense a dare che a ricevere, specie nel sesso; si potrebbe insomma parlare di un certo qual innato masochismo femminile che si incontra con un altrettanto innato sadismo maschile e che entrambi questi istinti, incontrandosi, si soddisfano. Tutto insomma si può dire ed anche il contrario di tutto…; per questo è sempre meglio sentire il giudizio degli interessati; ed allora mi sembra proprio che le donne oggi, si lamentano e basta di comportamenti  egoistici.

Però, nello specifico del sesso orale c’è da dire anche una cosa: a volte è la donna stessa a non volere che le venga fatto, pur sicuramente piacendole perché non è possibile che non piaccia una stimolazione così lieve e delicata ed intima ma anche trasgressiva quel tanto che eccita la fantasia.

E ciò spesso è perché la donna teme che “quelle sue parti intime” non siano “gradevoli”, e che l’uomo lo faccia “malvolentieri”. Insomma non c’è, spesso nelle donne, un vissuto erotico-sessuale pieno, gioioso, spregiudicato; c’è, all’incontrario, specie in certi ceti culturali e sociali, una buona dose di sessuofobia.

Per ciò è auspicabile una sempre maggiore informazione sessuologica laica nei suoi due inestricabili aspetti medici e psicologici; ed in sintonia con le mutate ed attuali realtà culturali e di costume.