Dyspareunia – nome di derivazione greca, come quasi tutti i termini medici: con questo termine si intende il dolore genitale durante il coito.

Il più spesso la dyspareunia deriva da cause organiche: infezioni dei genitali femminili e patologie di organi pelvici vicini.

Se durante la penetrazione il dolore è accusato nei pressi dell’ orifizio vaginale, ciò può essere a causa di un’infezione della vulva o della vagina da funghi, come la candida, o da tricomonas o da altri agenti patogeni come il virus dell’herpes genitale.

La terapia è antibatterica, o antifungina, o antivirale e deve essere fatta da entrambi i partners. Se invece il dolore coitale è profondo esso può originare dall’utero e dalle tube uterine, o dall’ovaio, o da altri organi interni del bacino: cistite, uretrite, emorroidi, stitichezza cronica.

Possono esserne, a volte, causa gli anticoncezionali meccanici: diaframma, spirale, profilattici; a volte anche il tipo di pillola anticoncezionale può dare il disturbo: in questo caso va cambiata e, se del caso, abolita è sostituita con altro mezzo anticoncezionale.

Esistono però anche cause psicogene: ansia, paura della penetrazione, carenza di libido, di eccitamento sessuale con assenza o insufficienza di lubrificazione, conflitti di coppia, irritazione fino all’odio cosciente o inconscio verso il partner per colpe reali di quest’ultimo o per colpe immaginate dalla donna per nevrosi o altre patologie psichiche: il dolore al coito può ostacolare ogni forma di godimento e simbolizzare l’ostilità verso il partner.

Quindi anche per la dyspareunia, come per tutti i disturbi sessuali maschili femminili, il medico sessuologo dovrà indagare per prima cosa sulle eventuali cause organiche; escluse queste si indagheranno le cause psicologiche-psichiche e la cura di queste ultime sarà una psicoterapia di tipo sessuologico, cioè specifico per le disfunzioni sessuali: in più delle volte di tipo cognitivistico-comportamentale.

 

Tra le varie cause di disturbi sessuali, di quelle di origine psicologica (per non parlare di quelle di origine psichiatrica, più gravi e più complesse) molto frequenti, specie dei giovani in entrambi i sessi.

Tra le cause psicologiche ed annoverarsi, per primo, lo stress, di cui tanto si parla e che in effetti costituisce uno dei veri problemi del vivere odierno.

Stress da lavoro, stress da eccessivi impegni sociali, eccessivo arrivismo in tutti i campi, eccessivi stimoli consumistici, ecc. È chiaro che alcuni individui sono costituzionalmente più predisposti di altri a cedere sotto tali pressanti sollecitazioni.

Ci sono poi le sindromi ansiose e depressive e le fobie, sia situazionali che di tipo nevrotico, che incidono, anche queste, sulla funzione sessuale, sull’erotismo e sul desiderio sessuale che ne sono propulsori a livello psichico. La caduta del desiderio, infatti, è la prima conseguenza, in campo sessuale, dei disturbi psicologici sopra accennati.

Ci sono quindi i disturbi della potenza sessuale nell’uomo che si presenta ridotta o con problemi riguardanti l’eiaculazione, più spesso precoce, talvolta ritardata o assente.

Nella donna tali disturbi si possono manifestare con vaginismo o problemi di orgasmo.

Perché serve sapere ciò?

  1. Perché si dovrebbe, nei limiti del possibile, evitare una vita stressante o, perlomeno, compensarla con attività, nel tempo libero dal lavoro, che piacciano veramente e non – anche queste – (auto) imposte dal vortice in cui si è presi.
  2. Perché è giusto ricorrere, nei casi suddetti, ad una terapia idonea, se possibile solo di tipo psicoterapico (e bastano, il più delle volte, le cose “psicoterapie brevi” di sostegno, di rilassamento, comportamentali, relazionali, di coppia, ecc.), unitamente a specifiche terapie sessuali, da quelle proposte dai pionieri Masters e Johnson a quelle più recenti e complete di Helen Kaplan.

A volte può servire qualche blando farmaco tranquillante o antidepressivo, scegliendoli però tra quelli che non disturbino la funzione sessuale per le note ed accertate interferenze tra psicofarmaci e sistema neuroendocrino; basti pensare di comportamento sessuale è la risultanza di una componente stimolante rappresentata dai sistemi dopaminergico e colinergico ed una componente inibente rappresentata dal sistema serotoninergico.

È chiaro che il medico sessuologo al quale il paziente si sia rivolto, farà – prima di ogni terapia – eseguire gli opportuni esami clinici, che vanno dai più comuni esami di laboratorio al dosaggio ormonale sia nell’uomo che nella donna, fino alla eventuale cavernografia dinamica (ecocolordoppler) nell’uomo.