La pelle
La pelle, come fattore di attrazione fisica e specificamente sessuale, è il tema che, come medico esperto in Sessuologia e Psicoterapia, mi è stato affidato.
La pelle ha una origine embrionale comune con il sistema nervoso e riveste un ruolo molto importante nella medicina psicosomatica.
Le manifestazioni vasomotorie e trofiche che colpiscono la pelle, esprimono spesso una disfunzione del sistema nervoso, endocrino, vegetativo e metabolico. Sulla pelle si scaricano le emozioni, positive e negative.
La pelle segna il confine tra corpo e mondo esterno; essa esamina gli stimoli, sia quelli esterni, sia quegli interni, li filtra, li attutisce, li modula.
La pelle è anche sede di erotismo: le sensazioni che più stimolano e coinvolgono le esperienze di piacere, appartengono al tatto e superano tutte le altre per ricchezza ed estensione, dal momento che è tutta la superficie corporea a servirsene. Sono sensazioni superficiali (carezze), sensazioni più profonde (abbracci), sensazioni di calore ed odori raccolti dall’olfatto (feromoni). Molte funzioni del tatto si connettono poi con quelle della vista. Una pelle bella e gradevole, così come i suoi accessori (capelli, peli, unghie) è sempre stata associata all’attrattiva ed al fascino.
Il ruolo relazionale del tatto inizia sin dai primi contatti che si stabiliscono tra neonato e madre. Il contatto è un tramite che anticipa e prepara ogni altra comunicazione umana. Vi sono – fortunatamente poche – madri che provano un’impressione sgradevole nel toccare il proprio bambino, dimostrando così per lui un’inconscia avversione.
Talune fobie di essere toccati esprimono il timore di essere contaminati, di perdere una supremazia dimostrando una patologica individualità, sempre dannosa nei rapporti umani genuini.
La pelle può essere usata a fini esibizionistici e ciò può essere espressione narcisistica esagerata.
La pelle è sede di reazioni vasomotorie legate alla paura o al piacere o alla vergogna. Il mostrarsi è un preliminare alla sessualità, ma specie se eccessivo può essere un suo surrogato patologico.
Per il suo alto grado di sensibilità, la pelle è intimamente associata con i centri nervosi che regolano le funzioni sessuali. Lo stesso orgasmo può essere considerato una forma specializzata di risposta, un arco riflesso a stimoli cutanei oltre che muscolari e psichici. La pelle possiede una sensibilità tattile particolarmente raffinata nelle zone di confine con le mucose; sono queste le “zone frontiera”, messe al limite delle aperture esterne del corpo (bocca, ano e vagina), suscettibili di un alto grado di eccitazione sessuale, tanto da costituire dei centri sessuali secondari. Il piacere della loro stimolazione è sviluppato sin dalla prima infanzia; è questa poi la base, la componente fisiologica del bacio sensuale, del cunnilinguo, della fellatio; è il ricordo piacevole, già ricco di connotazioni erotiche infantili, della sensibilità delle labbra del bambino a contatto dei capezzoli materni. Seni, cute, labbra e zone di passaggio tra cute e mucose entrano all’epoca della pubertà in stretta correlazione con l’evoluzione degli organi sessuali e con l’eccitamento sessuale. E così anche correlazioni strette esistono tra questi organi e l’ovulazione, le mestruazioni, la gravidanza, l’allattamento; e poi con il cambiato assetto ormonale della menopausa, che comunque al giorno d’oggi, specie se fonti di disturbi o di disagi (cutanei, mucosi, ossei, nervosi, psichici, psicologici), può essere opportunamente seguito e controllato.
La pelle è ciò che appare maggiormente di noi, ma spesso anche anche ciò che noi siamo, sia dal lato fisico che dal lato psicologico-psichico.
La pelle, a parte le malattie specifiche che non sono soltanto e tutte psicosomatiche, ma anche costituzionali, genetiche, dismetaboliche, virali, batteriche e che vanno adeguatamente curate dallo specialista dermatologo, presenta più o meno per tutti con il passare dell’età, il problema delle “rughe”, specie sul viso e delle “smagliature”, che possono essere favorite da diete assurde o da esposizioni incongrue al sole o alle lampade abbronzanti.
Esistono “rughe buone” dovute a sorrisi, ad allegria, a caratteristiche simpatiche e positive mimico-espressive, e “rughe cattive”, dovute a stress, depressione, aggressività.
Le buone si possono anche tenere; le cattive meglio… non farle nascere; il volerle eliminare, cancellarle a tutti i costi con un lifting esagerato può essere addirittura peggio… e poi rinascono, se non ci si modifica dentro. Del resto, la giovinezza è più un atteggiamento mentale che non la pelle liscia o il pelo folto.
La pelle, però, e tutto il nostro corpo, va amata e curata. Chi dedica una giusta dose di tempo e di denaro alla propria persona, basandosi sulla sua realtà e senza spostare l’identità dall’interno all’esterno, non è certo da considerare un narcisista patologico. Migliorarsi nell’aspetto fisico, oltre che psichico, è un dovere verso noi stessi e verso gli altri.
E’ necessario sintonizzarsi col proprio corpo, amarlo, sentirlo come fonte di piacere. Il corpo è una componente integrante della personalità. Non ci deve essere dualismo corpo-mente o carne-anima. Per troppo tempo la corporeità è stata mantenuta nel silenzio, quasi una colpa, perché una certa cultura negativa, moralistica ed anche religiosa, è riuscita a separare la testa dell’uomo (la psiche) dal suo corpo.