Feste

Da “Il Gazzettino” del 03/01/2000

E’ il primo lunedì del 2000, si è ancora in periodo festivo, goduto volontariamente o involontariamente – o sofferto – più o meno da tutti.

Perché da alcuni “sofferto”?

Me ne dà lo spunto una lettera della mia Rubrica sul Gazzettino, “Il Sessuologo risponde”.

Mi scrive un giovane Lettore:

“Ho tanto amato ed amo ancora una ragazza… mi sono da poco laureato e da pochi mesi ho il lavoro… Ho spinto tanto la mia ragazza, in questi tre anni in cui siamo stati insieme, a laurearsi, l’ho aiutata negli esami, l’ho motivata dato che lei voleva interrompere gli studi; da pochi mesi mi ha lasciato, ha detto che non prova più per me Amore, ma “mi vuol bene” ed ha per me “riconoscenza” per tutto quello che ho fatto per lei. Adesso lei è andata in ferie con i suoi amici… io mi sento solo, ancora più solo e triste durante queste feste… Ho capito che lei è una ragazza che ama divertirsi, io avevo progettato una vita in comune con lei…”

In realtà le feste fanno sentire più soli e più tristi coloro che già sono soli e tristi. Ciò capita anche perché si hanno delle aspettative esagerate dalle feste come se obbligatoriamente ci si dovesse divertire o amarsi di più o ci dovesse essere un cambiamento in meglio della vita. Ma la vita, al di là di un fine d’anno o di un millennio, è sempre cambiamento, in meglio o in peggio non si sa.

Anche nel caso del giovane lettore che adesso si sente morire per un amore finito, e soprattutto per una programmazione di vita assieme alla sua ragazza andata delusa, …chissà… Pur augurandogli che la sua fidanzata possa tornare ad essere “innamorata” di lui, io in realtà non credo che questo possa avvenire. Molti confondono le fasi dell’innamoramento fatto di un tumulto di sentimenti, di ormoni, di mediatori chimici attivati tutti, (ne ho ancora parlato in questa Rubrica), con la fase dell’Amore stabile, fatto di progettazione, di vita in comune, di speranze, che per molti si estendono agli eventuali frutti del loro Amore; e la vita degli uomini si perpetua soprattutto per questo. Ma ci sono alcuni, al di là della confusione che fanno tra l’innamoramento e l’Amore, che considerano bella, eccitante solo la fase dell’innamoramento, o ai quali addirittura fa paura la seconda fase, quella dell’Amore stabile.

Sono profonde, connaturate con ognuno di noi, queste sensazioni, questi modi di essere.

L’intelligente giovane che mi ha scritto può, anzi deve, sperare di incontrare – e non è detto che sia in questo periodo solo perché è festivo, anzi, dato che lui è triste è difficilissimo che ciò accada – una ragazza che sia più simile a lui; una ragazza che non solo si “innamori” ma che sia anche matura o, meglio, caratterialmente portata ad un Amore stabile; portata per una vita come il lettore mi dice di concepire lui, cioè fatta di amore reciproco, ma anche di progettazione in comune: di vita lavorativa, di impegno ed anche di sacrificio. E questo tipo di vita, se i due sono affiatati, compatibili, simili, non sembrerà monotona; e non farà rimpiangere la “festa” intesa nell’accezione più vasta del termine: euforia, godimento, stordimento.

Se uno dei due è fatto così e l’altro no, è impossibile, tra i due, un Amore stabile.