Anorgasmia – Seconda parte

Anorgasmia

Da “Il Gazzettino” del 01/10/1999

La volta passata ho parlato dell’anorgasmia. Non vorrei aver dato l’impressione di sottovalutare il problema. Gli articoli trattati nella mia Rubrica di Sessuologia non possono essere mai esaustivi, per motivi di spazio, perciò vorrei completare il discorso.

L’anorgasmia è il più frequente disturbo sessuale femminile. Ne soffre un buon 50% delle donne. Non equivale alla frigidità che vuol dire non avere desiderio né reazioni, a volte avere addirittura avversione sessuale. Ma pur sempre l’anorgasmia è un disturbo che, se stabile, può portare la donna alla depressione o all’evitamento dei rapporti sessuali con conseguente rottura di un rapporto anche affettivamente valido.

Perciò va curata: il punto è che la stragrande maggioranza delle donne crede che i disturbi sessuali, sia loro che degli uomini, siano sempre di origine psicologica o di rapporto di coppia. Il che non è sempre vero. La maggior parte degli uomini, viceversa, crede che le cause dei loro disturbi siano sempre organiche (il che non è sempre vero). Comunque sia, gli uomini accettano e ricercano le terapie farmacologiche e le ultime efficaci terapie contro i disturbi erettivi dimostrano come questa via il più delle volte sia di grande giovamento.

Per tornare all’anorgasmia, si stanno sperimentando alcuni farmaci: l’ormone sessuale maschile a piccole dosi; l’ossitocina; il sildenafil, che in Italia sono ancora in fase di sperimentazione, mentre in altri Paesi sono già in commercio.

Esistono comunque, per l’anorgasmia, psicoterapie comportamentali-cognitiviste: in pratica tali terapie tendono a modificare il comportamento sessuale e a prendere coscienza delle proprie sensazioni. Sono molto utili perché è da capire e da tenere ben presente un concetto, mai abbastanza ribadito: il rapporto sessuale dell’uomo e della donna è biologicamente finalizzato da Madre Natura al concepimento; il concepimento può avvenire anche se la donna non ha l’orgasmo (e se l’uomo, che soffre di eiaculazione precoce, dura pochi secondi).

Perciò tali disturbi sessuali (anorgasmia nella donna ed eiaculazione precoce nell’uomo) non sarebbero neanche da considerare disturbi, né quindi da curarli se rimanessimo nel concetto biologico che l’atto sessuale serve solo al concepimento. Ma chi osserva più tale “Comandamento”? Oggi il rapporto sessuale è passato dalla finalità concezionale a quella soprattutto del piacere; e che piacere è per la donna non arrivare mai all’orgasmo o per l’uomo un piacere di appena pochi secondi? E’ proprio più la fatica del gusto. E allora bisogna curare questi disturbi sessuali, oggi giustamente considerati come tali.