Dare a Cesare quel che è di Cesare (continuazione)

Dare a Cesare 2

Da “Il Gazzettino” del 23/07/2001

Sul dubbio adombrato da una signora che “i farmaci per il sesso” possano favorire oltre che le “infedeltà”, anche le “perversioni”, ho risposto la settimana scorsa sulla infedeltà e adesso rispondo sulle perversioni.

Delle perversioni o parafilie con termine moderno, ho parlato ancora in questa Rubrica.

Sono da differenziarsi dalle semplici trasgressioni per alcune caratteristiche: “necessità” dell’agirle per poter avere l’eccitamento e l’appagamento sessuale, fissità, manierismi, ripetitività quasi ossessiva dei rituali; per certe perversioni mancanza di rispetto e comunque di coinvolgimento reciproco della coppia; a volte erotizzazione dell’odio piuttosto che dell’amore.

Spesso, nelle perversioni sessuali c’è una immaturità sessuale ed a volte può esserci una insufficienza di sessualità, nel senso di una accensione difettosa o di una stentata espressione e conclusione del rapporto sessuale. Quindi, un farmaco che dia o che ridia una sicurezza sessuale, non solo non può favorire una perversione, ma si può ipotizzare che la possa anche attenuare, in quanto rende meno “necessitante” l’agirla.

Comunque, le perversioni sono aspetti o francamente psicopatologici o comunque caratteriali che nulla hanno a che fare con una sessualità normale, piena, magari con un pizzico di “trasgressività” che è il sale ed il pepe della sessualità umana.

I “farmaci per il sesso” devono essere prescritti dal medico perfezionato nei disturbi sessuali, quando questi esistono, ed essi sono in tal caso benemeriti nel ripristinare una pienezza di sessualità umana normale.